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Gianluigi Spata-2

Relazione morale del presidente Spata

Nella mia relazione di quest’anno voglio riprendere alcuni temi che ho sinteticamente ricordato nel mio editoriale di fine anno e che ritengo importanti per descrivere quanto sta avvenendo nel panorama nazionale della nostra sanità.

In occasione di una delle innumerevoli manifestazioni alle quali ho partecipato a Roma per ricordare i 40 anni dell’istituzione del nostro SSN, mi ricordo che un relatore espresse la preoccupazione che potesse essere anche l’inizio della fine del nostro SSN.

Una prerogativa del nostro sistema sanitario che lo rende uno dei migliori, se non il migliore, in tutto il mondo è l’aver sempre garantito e tutelato il diritto alla salute a tutti, come previsto dall’art. 32 della nostra costituzione, richiamando i principi dell’universalismo, dell’equità e della solidarietà; ebbene siamo agli ultimi posti, tra i paesi europei e non solo, per i livelli di finanziamento e all’ultimo posto tra i 36 paesi dell’OCSE per la prevenzione e allora mi chiedo per quanto tempo potremo garantire tutti quei principi che ho menzionato in precedenza.

Un SSN de finanziato non può reggere a lungo, bisogna tornare a investire sulla sanità sulla base di una programmazione seria che tenga conto di tutte le criticità in essere. La politica deve capire che una programmazione seria non è fatta di proclami estemporanei o spot sui social con lo scopo di tranquillizzare il cittadino, i medici e tutti gli operatori sanitari; è arrivato il tempo di proporre soluzioni serie, attraverso proposte condivise anche e soprattutto con chi lavora tutti i giorni sul campo, con le istituzioni che  ci rappresentano e anche con le altre professioni sanitarie.

Uno dei tanti problemi che le Istituzioni fanno fatica a comprendere è quello della carenza di medici e del personale sanitario anche se la situazione, grazie all’intervento della FNOMCeO e anche della nostra FROMCeO sul nostro assessorato al welfare, è migliorata in quanto le borse di studio per il corso di Formazione in medicina generale sono raddoppiate e le borse in Lombardia sono passate da 98 a più di 300. Restano comunque insufficienti, anche se aumentate di alcune centinaia, le borse per la specialistica e su questo la nostra Federazione continua a far pressione sui Ministeri competenti.

Il paradosso è che in questo paese si è riusciti a creare disoccupazione e precariato in campo sanitario a fronte di una carenza di medici che rischia di lasciare senza assistenza sanitaria migliaia di cittadini, a causa del massivo pensionamento del personale sanitario; sono circa 15.000 i medici che vivono nel così detto “limbo formativo” post laurea costringendo questi giovani colleghi ad assumere incarichi provvisori in RSA, in guardia medica o a proporsi per supplenze mediche sul territorio sperando ogni anno  di poter entrare nelle scuole di specialità.

Il problema si risolve non certo togliendo il numero chiuso per l’accesso all’Università ma solo aumentando le borse di studio; bisogna creare un percorso unico che permetta allo studente che s’iscrive ai corsi universitari di poter arrivare alla fine del percorso formativo con la specialità e già inserito nel mondo del lavoro. E’ questo l’obbiettivo che la nostra Federazione ripetutamente continua a proporre al MIUR e al Ministero della Salute, noi ci crediamo.

Tornando al nostro SSN è necessario trovare soluzioni nuove che valorizzino e implementino i processi di cura dei cittadini attraverso i progetti della presa in carico del paziente cronico e fragile, per altro già in sperimentazione in alcune regioni, e attraverso un recupero di risorse da investire in modo ponderato e programmato sul personale medico e sanitario in generale.

I tempi di attesa lunghi per accedere alle prestazioni, la mancanza di personale, il mancato turnover del personale medico e sanitario, la drammatica carenza di medici, la troppa burocratizzazione della professione, il tempo ridotto delle visite (tempo della comunicazione è tempo di cura, art. 20 del Codice di deontologia medica), sono elementi che possono creare tensioni sul posto di lavoro e incomprensioni fra medico e paziente minando quel rapporto fiduciario che è il principale fattore della buona riuscita del percorso di cura.

E’ innegabile che siamo in un momento difficile che sta mettendo a  serio rischio anche il rapporto medico- paziente ed è vergognoso e imbarazzante il recente attacco del nostro Ministro della Salute ( 15 marzo, trasmissione televisiva Agorà) ai medici ospedalieri accusati di essere responsabili delle lunghe liste di attesa per effetto dell’esercizio in regime di libera professione intramoenia. Evidentemente il Ministro non è a conoscenza che l’intramoenia si svolge al di fuori del normale orario di lavoro e che ben altre sono le cause dei tempi di lunghi di attesa.

La politica deve capire che i medici e il personale sanitario non sono un costo ma una risorsa e che fino ad ora la sanità ha retto anche e soprattutto grazie all’impegno e al grande senso di responsabilità di chi lavora ogni giorno sul campo. In tutta risposta il Governo ha pensato bene di togliere dal DL Semplificazione lo sblocco del tetto di spesa per il personale bloccando di fatto nuove assunzioni e il turnover ospedaliero, lasciando una professione sempre più in difficoltà di fronte alla sempre maggiore domanda di salute, anche se qualche giorno fa è stato presentato un nuovo emendamento che permetterebbe nuove assunzioni nel comparto sanitario.

Un SSN de finanziato e che rischia di perdere quelle caratteristiche di equità, solidarietà e universalità richiamate in precedenza, rischia di saltare  portando le Regioni più solide a puntare all’autonomia regionale.

Non voglio entrare nel merito del dibattito sul Regionalismo differenziato o solidale ma a fronte di risorse scarse, esiste anche tanta incertezza e poche idee su come provvedere a un vero ed efficace restyling del nostro SSN per garantirne la sostenibilità.

Le recenti dichiarazioni del Ministro della Salute Giulia Grillo che la legge sull’eutanasia debba essere una priorità per il nostro paese e che il Parlamento deve legiferare in tempi brevi mi preoccupa non poco anche perché esiste un disegno di legge su “Disposizioni in tema di eutanasia”; forse è bene ricordare che l’art. 17 del nostro codice di deontologia medica  cita testualmente:

“Il medico, anche su richiesta del paziente, non deve effettuare né favorire atti finalizzati a provocarne la morte.”

Il comitato Centrale della nostra Federazione si è attivato immediatamente e la nostra consulta deontologica nazionale presto elaborerà un parere non solo sull’eutanasia ma anche sul suicidio assistito.

La nostra FROMCeO (Federazione regionale ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) si è mossa molto bene nel 2018 e devo dire che ha iniziato altrettanto bene anche il 2019 acquisendo risultati lusinghieri.

In occasione della scorsa assemblea avevo evidenziato le innumerevoli criticità che il nuovo progetto sulla presa in carico del paziente cronico presentava e mi riferivo alla figura del MMG cogestore che in estrema sintesi restava in subordine al gestore e al Clinical Manager ospedaliero. L’intervento della nostra Federazione ha invece permesso di segnalare tante criticità al nostro Assessorato al Welfare e attraverso l’apertura di tavoli di lavoro in Regione, insieme ai Direttori generali delle ATS e alla Direzione generale del Welfare, siamo riusciti a proporre la figura del MMG Clinical Manager in forma singola che oltre a elaborare il PAI (piano assistenziale individuale) per il proprio paziente cronico, ne resta l’unico vero punto di riferimento lasciando al Gestore ospedaliero i compiti di tipo amministrativo e l’erogazione delle prestazioni. Resta ancora un ultimo problema, che sembra in via di risoluzione, di estrema importanza come l’interfaccia delle nostre cartelle cliniche con il sistema informatico regionale, modalità allo stato attuale estremamente inefficace e causa di una tempistica molto lunga per la realizzazione e la spedizione del PAI. Risolto questo credo che anche il medico in forma singola possa efficacemente aderire al progetto della presa in carico del paziente cronico.

Ma in questi mesi la Federazione regionale è intervenuta in modo efficace anche sul nuovo assetto organizzativo e didattico del corso di formazione specifica in Medicina Generale modificando una prima bozza che il nostro assessorato ha voluto che noi condividessimo.

Anche in questa occasione abbiamo modificato alcune evidenti criticità che toglievano ai MMG la centralità nella gestione dei corsi. Pertanto, per effetto delle nostre modifiche, il coordinatore del polo didattico e del polo formativo  sarà un MMG con compiti relativi alla definizione dell’offerta formativa territoriale, all’individuazione dei docenti, alla pianificazione delle attività didattiche per ciascun tirocinante, per citarne  i più importanti;  mentre le ATS avranno il compito di organizzare il corso e di individuare i punti erogativi, di monitorare il regolare svolgimento dei seminari, di erogare tutte le attività didattiche e di nominare i docenti individuati dal coordinatore didattico del polo formativo.

Tutte le  ATS possono essere sede di polo formativo e ogni polo può ospitare una o più classi da massimo 25 tirocinanti. Nella nostra ATS ci saranno tre punti erogativi di cui uno a Como che potrebbe aumentare a due qualora ci fosse la necessità di un ampliamento. Questa ritengo sia un’ottima notizia per il nostro territorio che finalmente ritornerebbe, come in passato, ad essere un luogo di formazione per i MMG

Questo documento sarà inserito, come allegato, in una delibera regionale.

Infine il 30 ottobre 2018 la FROMCeO ha firmato un protocollo di intesa con l’assessorato al Welfare  con il quale le due parti “ concordano di stringere una stratta collaborazione e confronto allorquando sia necessario implementare delle nuove politiche sanitarie che possono impattare in modo significativo sul rapporto medico paziente, sui rapporti tra professionisti del territorio e quelli ospedalieri, sui rapporti tra le diverse professioni sanitarie mediche e non e sulla formazione professionale in ambito medico e odontoiatrico e di prevedere quindi una valutazione congiunta degli atti amministrativi che vadano a regolamentare aspetti di organizzazione del sistema sanitario che in modo particolare riguardano la professione medica e odontoiatrica”.

Ci tengo a sottolineare che è stato un evento epocale in quanto è stata la prima volta che è stato sottoscritto nella nostra Regione,ma anche a livello nazionale,  un accordo di questo tipo;  è giusto comunque ricordare che a novembre è stato siglato un altro accordo, molto simile al nostro, fra la FNOMCeO e la Conferenza Stato Regioni.

Comunque le “nuove modalità di gestione ed attuazione del percorso di presa in carico del paziente cronico e/o fragile” e il “protocollo d’intesa fra l’assessorato al Welfare e la FROMCeO” sono state oggetto della delibera n.XI/754 del 05/11/2018.

Credo che una FROMCeO compatta, come oggi di fatto lo è, sia diventata una interlocutrice importante della nostra Regione sulle nuove politiche sanitarie; lo ritengo un passo determinante per tutta la professione e lavorando in sinergia con i sindacati, ognuno per le proprie competenze, potrebbe essere un buon viatico per i progetti futuri della nostra sanità regionale.

E’ stato firmato tra Consiglio Superiore della Magistratura, Consiglio Nazionale Forense e FNOMCeO il protocollo di intesa per l’armonizzazione dei criteri e delle procedure di formazione degli albi dei periti e dei consulenti tecnici come previsto nell’ex art. 15 della legge sulla responsabilità professionale; è un protocollo che prevede nuovi criteri per la formazione e l’aggiornamento degli albi dei periti e dei consulenti tecnici tenuti dai Tribunali in modo da garantire all’autorità giudiziaria un supporto professionalmente ancor più qualificato e adeguato ad una materia così complessa e delicata. Tanti e molto specifici sono i requisiti richiesti a chi volesse entrare in questo albo e per questo è stato elaborato un nuovo modulo per la domanda di accesso, modulo che abbiamo già trasmesso al nostro Tribunale e presto firmeremo, insieme all’ordine degli avvocati, un accordo provinciale.

Il Medio Lario ritorna dopo circa 3 anni sotto il controllo dell’ATS Insubria. Ricordo perfettamente quando a ciel sereno, senza alcun preavviso, con la legge n. 23  del 11 agosto 2015 sull’evoluzione del sistema socio sanitario lombardo dell’allora Governatore Roberto Maroni, il territorio del distretto Medio Alto Lario fu trasferito inspiegabilmente sotto le competenze dell’ATS della Montagna.

Ci attivammo subito, insieme agli altri Ordini professionali (farmacisti, infermieri e veterinari) e a tutte le sigle sindacali della nostra Provincia, per convincere la regione a un passo indietro e , dopo varie sollecitazioni, fummo anche ricevuti dallo stesso Roberto Maroni. Tornammo alla carica con la nuova Giunta regionale e con il prezioso sostegno dell’attuale Presidente del Consiglio Regionale Avv. Alessandro Fermi, il territorio del Medio Lario (ex USLL 18) è tornato con l’Insubria, grazie anche al ravvedimento di quasi tutti i Sindaci della zona che allora furono i firmatari e i sostenitori del passaggio all’ATS della Montagna.

Sarà ora compito dell’ATS Insubria e della nostra ASST Lariana elaborare un nuovo progetto per l’Ospedale di Menaggio e ridare certezze e nuovi punti di riferimento alla medicina del territorio di quelle zone. Siamo naturalmente pronti a collaborare con le Istituzioni per le problematiche di nostra competenza.

Posso dire che il nostro Ente previdenziale gode ottima salute sotto la governance del suo Presidente Alberto Oliveti che sarà presente il 22 giugno p.v. a Como per un convegno dedicato alle tematiche previdenziali.

Come ho detto in precedenza  il nostro Ente pensionistico, dopo la riforma imposta dal governo Monti, è solido e rispetta pienamente le regole che garantiscono la sostenibilità dei pagamenti delle pensioni con proiezioni attuariali per almeno cinquanta anni, senza intaccare il patrimonio (come espressamente previsto dalla Legge Fornero).

Alcuni numeri: il saldo positivo della gestione previdenziale 2018, secondo il bilancio preconsuntivo, è di circa 945 milioni di euro, mentre il saldo della gestione patrimoniale è di circa 151 milioni di euro.

L’ultimo bilancio approvato, quello del 2017, ha avuto un utile di esercizio di 1 miliardo e 164 milioni  e ha portato il patrimonio netto dell’Ente al valore di 19 miliardi e 739 milioni. La redditività del patrimonio è stata del 4,1 %,  al netto dei costi di gestione e delle tasse.

Nel 2017 inoltre Enpam ha erogato, oltre alle prestazioni pensionistiche, più di 17 milioni di euro in prestazioni assistenziali (long term care, sussidi dopo calamità, borse di studio,..).

Per il futuro l’impegno è di costruire una nuova sicurezza sociale per la categoria e per i giovani iscritti e, grazie a un patrimonio che a valore di mercato supera i 20 miliardi di euro, di alimentare investimenti circolari, capaci cioè di creare valore professionale per tutti i medici e gli odontoiatri, favorendo le attività sanitarie e  la ricerca.

L’ 11 gennaio c.a. abbiamo firmato, insieme all’OMCeO di Varese, un importante accordo con L’Università degli studi dell’Insubria  per “l’attivazione del Tirocinio pratico-valutativo per l’accesso alla prova dell’esame di stato per l’abilitazione della professione di medico-chirurgo, di cui al decreto MIUR 9 maggio 2018, n.58”.

E’ una convenzione che impegna i due ordini professionali di Como e Varese a garantire negli ambulatori dei MMG del nostro territorio il tirocinio pratico in medicina generale e quindi di predisporre un elenco di MMG in possesso dei requisiti necessari per svolgere l’attività di tutor.

Abbiamo bisogno di reclutare MMG disponibili all’attività di tutoraggio non solo per l’esame di abilitazione ma anche per il tirocinio per il corso di formazione in Medicina Generale, molto più impegnativo del primo perché prevede la presenza del tirocinante nell’ambulatorio del tutor per 6 mesi e a partire da quest’anno i MMG da formare sono più di 300 a fronte dei 98 dello scorso anno.

Capitolo dolente è il debito formativo triennale obbligatorio che ogni medico e odontoiatra deve assolvere. A fine 2018 sono giunti a tutti gli ordini professionali i dati relativi ai crediti formativi conseguiti nel triennio 2014-2016 da medici e odontoiatri; ebbene circa il 50% degli iscritti non è in regola con il debito formativo (vedi circolare della FROMCeO spedita a tutti gli iscritti nel novembre 2018). Non commento ma voglio ricordare che l’aggiornamento e la formazione continua non solo sono un requisito indispensabile per l’esercizio della professione medica e odontoiatrica, come previsto dalla legge e dall’art. 19 del nostro Codice deontologico, ma anche un dovere a garanzia del cittadino e il mancato adempimento dell’obbligo formativo può avere ricadute negative sia a livello amministrativo che deontologico.

Comunque una recente delibera della commissione ECM del 27 settembre 2018 stabilisce la possibilità di recuperare tutti i crediti mancanti del triennio 2014-2016 da quelli acquisiti nel triennio in corso  2017- 2019. Ribadisco quindi che medici ed odontoiatri sono tenuti ad ottemperare al proprio debito formativo per il triennio 2014-2016 e per quello 2017-2019 entro il 31 dicembre 2019 per evitare di incorrere in  accertamenti  amministrativi di qualunque tipo o in valutazioni di tipo deontologico.

Anche l’anno scorso ci siamo messi a fianco della scienza nel sostegno alle vaccinazioni riproponendo per il terzo anno consecutivo la nostra campagna pro vaccini che ha avuto un innegabile impatto sull’opinione pubblica, anche nazionale, scatenando non poche reazioni dei no vax.

Dopo il successo dello scorso anno dell’iniziativa “Como in salute” per una corretta informazione sanitaria al cittadino, anche quest’anno sarà riproposta alla nostra popolazione con le stesse modalità ma in sedi diverse; infatti una prima parte dell’iniziativa si svolgerà in biblioteca e dopo l’estate invece presso il Liceo Volta di Como. Ringrazio il Comune di Como , coorganizzatore dell’evento nella persona dell’assessore Angela Corengia e della Dott.ssa Amelia Locatelli, e il comitato scientifico dell’iniziativa nei colleghi Dr. Silvio Bellocchi e il Dr.Simone Sangiorgi.

Come tutti sapete si sono rinnovati i vertici della nostra ASST Lariana e dell’ATS Insubria. Ho preso subito contatto con il Dr. Gutierrez, Direttore Generale della nostra ATS, con il quale ho subito condiviso possibili  temi futuri di lavoro, mentre con il Dr. Fabio Banfi, nuovo Direttore Generale dell’ASST Lariana, ho rinnovato la nostra disponibilità a continuare a lavorare in sinergia su qualunque progetto che riguardi il nostro territorio.

Pochi giorni fa mi è giunta una richiesta informale dal Presidente provinciale FEDER.S.P.E.V. Dott. Paolo Rubera e dal Past President provinciale FEDER.S.P.E.V. Dott. Paolo Ferraris, di riconoscere ai colleghi con un’età superiore agli ottanta anni una riduzione, anche simbolica, della quota annuale di iscrizione all’Ordine Professionale.

La Legge Lorenzin,  all’ Art. 4 (riordino delle discipline delle professioni sanitarie) al Capo I, art 3 lettera g, indica testualmente che l’Ordine ha la facoltà di “ proporre all’approvazione dell’assemblea degli iscritti la tassa annuale, anche diversificata tenendo conto delle condizioni economiche e lavorative degli iscritti, necessaria a coprire le spese di gestione, nonche’ la tassa per il rilascio dei pareri per la liquidazione degli onorari.”

Voglio però ricordare che gli Ordini e le relative Federazioni nazionali, quali organi sussidiari dello Stato sono enti pubblici non economici e sono dotati di autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare e sottoposti alla vigilanza del Ministero della salute e sono finanziati esclusivamente con i contributi degli iscritti, senza oneri per la finanza pubblica; è giusto anche sottolineare che la Federazione prevede un contributo fisso di €  23,00 per ogni quota versata dall’iscritto indipendentemente dall’entità della stessa. Il Consiglio si riserverà di valutare nella prossima seduta la richiesta della FEDER.S.P.E.V.

 

Come ho ricordato nel mio editoriale di fine anno si è conclusa l’esperienza del campo profughi di via Regina . Voglio solo ringraziare tutti i colleghi/e che si sono prestati volontariamente dal 2016 , con grande professionalità e umanità, ad assistere i profughi, ringraziamento che voglio estendere anche alla Croce Rossa e agli infermieri con i quali abbiamo condiviso questi mesi di assistenza.

Sarebbero ancora tanti gli argomenti da affrontare ma sarà nostra premura tenervi informati, attraverso il nostro sito e le nostre news letters, sulle novità e gli sviluppi nazionali e regionali della sanità e su tutto quello che riguarda la nostra professione.

Infine ringrazio la Vice Presidente, la Segretaria, il nostro Tesoriere e tutti i Consiglieri e i Revisori dei Conti per il lavoro e il supporto che mi hanno garantito fino ad oggi; un ultimo grazie a tutta la segreteria che ha visto l’avvicendamento della Sig.ra  Milvia Andreani, in pensione, con una nuovo segretario, Massimiliano Cattaneo.

Grazie a tutti e  un po’ in anticipo auguro a tutti Voi e alle Vs. famiglie una serena Pasqua

Gianluigi Spata

 

Premiazione Giovani

  • L’iscrizione all’Ordine è un momento importante per Voi giovani perché è un atto tutt’altro che formale, è essenziale per iniziare a lavorare
  • Per la maggior parte di voi è anche l’inizio di un altro percorso che è quello che vi porta all’iscrizione alle scuole di specialità o al corso di formazione in Medicina generale
  • Purtroppo per chi invece non riuscirà a entrare nella specialità o nel corso di formazione per MMG sarà un anno di transizione; ci sono segnali di apertura ad un aumento delle borse di studio, come poi dirò nella mia relazione
  • Sentirete spesso parlare del prendersi cura, di accompagnare il paziente nel suo percorso di cura; ebbene in modo particolare il prendersi cura si basa non solo sulla professionalità, la competenza, il saper fare e l’utilizzo della tecnologia , ma è fatto anche di gesti, di atteggiamenti.

Tutte queste cose insieme innescano quel qualche cosa che è alla base del nostro lavoro; mi riferisco a quel valore aggiunto che arricchisce la nostra professione rendendola spesso meravigliosa e gratificante, il rapporto con il nostro paziente. Un rapporto fatto di reciproco rispetto e condivisione dei problemi e delle soluzioni e senza il quale ogni tipo di terapia potrebbe fallire.

Di certo i nostri colleghi che hanno raggiunto questo ambito traguardo hanno avuto più volte modo di sperimentare quanto questo aspetto sia stato rilevante nella pratica quotidiana e quanto un rapporto “umano” col paziente abbia avuto più importanza che la terapia offerta.

  • salvaguardare il rapporto fra colleghi nell’ottica dei propri ruoli e delle proprie professionalità all’insegna di quella collaborazione e integrazione che va a tutto vantaggio non solo del cittadino, che è al centro del sistema, ma anche della nostra professione.
  • Pericoli: proposte che possono apparire allettanti ma che nascondono insidie come l’offerta di direzioni sanitarie di centri polispecialisti o poliambulatori; la direzione sanitaria presenta molte responsabilità e doveri che è bene ricordare; il direttore è il responsabile a 360 gradi di quello che lui dirige. L’ordine è a vostra disposizione per ogni chiarimento
  • Incontro con il nostro commercialista, il nostro legale e con il nostro tesoriere per parlare di Previdenza . Lunedì 8 aprile alle 21.00
  • Fra di voi ci sarà magari qualcuno che vorrà anche dedicare del tempo alla politica sanitaria (sindacati, ordine, ecc.); Vi consiglio di affrontarla senza paura e con decisione; dobbiamo garantire un ricambio generazionale anche in questo
  • 1) ESERCITARE LA PROPRIA PROFESSIONALITÀ:
  • mi aspetto di poter svolgere la mia professione in scienza e coscienza, di non essere limitato da logiche economicistiche, di non essere caricato di oneri burocratici; di essere rispettato come professionista anche quando la persona assistita apprende notizie o informazioni sul web.
  • 2) ESSERE RISPETTATO:
  • mi aspetto che il cittadino sia rispettoso nei miei confronti utilizzando un linguaggio e un comportamento adeguato; mi aspetto che la persona assistita rispetti il mio ruolo di professionista che cura e che risponde a un Codice Deontologico.
  • 3) NON ASSECONDARE OGNI RICHIESTA:
  • mi aspetto di mettere in campo competenza e professionalità, valutando ogni richiesta del cittadino e prescrivendo solo ciò che ritengo opportuno e appropriato per il paziente, spiegando l’eventuale rifiuto e avendo cura che il cittadino abbia compreso le motivazioni.
  • 4) ESSERE INFORMATO DAL CITTADINO:
  • mi aspetto di ricevere tutte le informazioni utili e essenziali per assicurare la migliore prevenzione, assistenza, diagnosi e terapia, nel rispetto del segreto professionale e della riservatezza dei dati.
  • 5) LAVORARE NELLE MIGLIORI CONDIZIONI:
  • mi aspetto di svolgere la mia professione in un adeguato ambiente di lavoro e contesto organizzativo, per lavorare in sicurezza e per prevenire la sofferenza psichica e fisica mia e dei miei colleghi. Mi aspetto di poter lavorare senza turni di lavoro stressanti e restrizioni burocratiche che contrastino con l’appropriatezza clinica e le esigenze di cure personalizzate del singolo paziente.
  • 1) RISPETTARE E ASCOLTARE:
  • mi impegno a dedicare all’ascolto il giusto tempo, per comprendere i sintomi, i bisogni, le sofferenze, le abitudini di vita, le aspettative della persona ed individuare insieme, nel pieno rispetto della persona, un percorso di cura condiviso.
  • 2) INFORMARE:
  • mi impegno a fornire informazioni chiare, personalizzate e veritiere sullo stato di salute, su vantaggi, rischi e possibili complicanze di terapie; mi impegno a spiegare le ragioni che portano a modificare terapie, interventi o procedure diagnostiche, per mettere la persona nelle condizioni di poter esprimere un consenso o un dissenso compiutamente informato nei tempi giusti.
  • 3) RIDURRE O ALLEGGERIRE LA BUROCRAZIA:
  • mi impegno a garantire corretta informazione per ridurre la burocrazia evitabile e ad adoperarmi per attivare servizi esistenti o nuovi per evitare disagi nel rispetto dei tempi delle persone. Mi impegno a prescrivere sul ricettario del Servizio Sanitario Nazionale quelle prestazioni che reputo appropriate.
  • 4) INTERAGIRE E CONFRONTARSI CON ALTRI PROFESSIONISTI:
  • mi impegno a collaborare e a confrontarmi con tutti i professionisti sanitari utili a garantire il miglior percorso di cura che metta al centro la persona e nel rispetto reciproco delle specifiche competenze. Mi impegno a potenziare e arricchire la mia professionalità attraverso la formazione.
  • 5) SEGNALARE:
  • mi impegno a segnalare eventuali sprechi, rischi, disagi, disfunzioni e disorganizzazioni, riscontrati nel servizio erogato per far adottare azioni di miglioramento al fine di salvaguardare l’efficacia, la sicurezza e l’umanizzazione dei servizi sanitari.
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