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Giulia Grillo

Medici sfruttati e comportamenti poco consoni, sito denuncia le situazioni limite

«Basta con i medici usa e getta», scrive sui social il Ministro della Salute Giulia Grillo, riferendosi ai 10 mila medici che, esclusi dai corsi di specialità e dal triennio, lavorano con contratti a termine disparati nelle carceri, nelle Rsa e da sostituti. Per quanto riguarda almeno la Guardia Medica, l’Sos del Ministro sembra calzare a pennello alla Campania. Qui, come riporta una storia pubblicata da un sito di giovani medici (www.mmgresilienti.it ), avvengono piccole quotidiane commedie all’italiana: c’è il giovane medico chiamato per un turno notturno in un presidio di guardia medica dove sono operativi colleghi che però la notte indossano il pigiama e dormono, lasciandolo solo; c’è il medico titolare di presidio che ogni notte scorre l’elenco Asl con centinaia di nomi di colleghi “reperibili” sapendo che nessuno gli risponderà perché la reperibilità è remunerata solo se attivata e la notte ci sono altri lavori da fare; c’è il suo collega di turno che di giorno gestisce “lavori diurni in cliniche”, e “luccicanti studi dentistici” con buona pace delle incompatibilità all’allegato L della convenzione; c’è infine il funzionario Asl che scopre di essere il solo tra i colleghi a pubblicare in rete ogni mese i posti vacanti in graduatoria.

Per Luigi Sparano segretario Fimmg Napoli «si può trovare un filo rosso che lega il tweet del ministro riferito a un tema “nazionale” e questa realtà campana, di certo vissuta dal giovane medico “resiliente” autore del pezzo, testimone di modelli comportamentali non consoni. Modelli attivabili peraltro solo dove possibile: nelle sedi rurali o montane un solo medico non garantisce il servizio». Ma nel resto della Regione il giovane può andare incontro a fenomeni di sfruttamento. Colpa dell’eccesso di offerta tra laureati non specializzati, ma anche di storture connesse alla continuità assistenziale.

Sparano individua più problemi, uno di rilievo nazionale, altri peculiari della sua regione. «La continuità assistenziale non è mai stata finanziata con interventi mirati, si è auto-organizzata da 40 anni, da quando era “guardia medica” e porta d’accesso all’assistenza primaria. Porta che per parte dei professionisti non si è aperta; questi colleghi si sono realizzati altrimenti, qualcuno di notte fai il medico di guardia e di giorno altro. Per inciso, l’allegato L vieta di svolgere lavori “in concorrenza” per il Ssn ma non la libera professione pura».

Poi c’è una peculiarità campana. «Da noi le graduatorie hanno scontato lunghi ritardi di pubblicazione, anche se negli ultimi 10 anni abbiamo recuperato sei anni. I ritardi hanno reso difficile l’accesso alla medicina generale e hanno consolidato un’area “storica” dimenticata con le relative sacche di precariato. Nel 2019 per la prima volta finirà la pletora, gli esodi pensionistici tra 62 e 67 anni faranno sì che il numero di medici sia inferiore a quello che ci vuole per arrivare all’ottimale di uno a mille. C’è un ulteriore problema, ed è dovuto ai ritardi della macchina regionale che assegna le zone carenti. Fimmg ha ottenuto che in tempo di pensionamenti di massa la rilevazione delle carenze, che rallenta gli iter, avvenga solo una volta all’anno; ci aspettiamo comunque passaggi complicati, in quanto anche i dirigenti regionali sono anziani e molti “veterani” di questo tema stanno per andare via». In ogni caso, i giovani se possono emigrano. «Il compito del sindacato è vigilare sulla regolarità del sistema con Regione e categoria. Invitiamo i colleghi a segnalarci sempre comportamenti non consoni così da consentirci di tutelare le norme contrattuali inclusa l’adozione di percorsi disciplinari verso determinati colleghi ove necessaria».

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