[Skip to Content]
senato-1

Manovra, c’è una nuova bozza. Spuntano posti in più per medici di famiglia e specialisti

Quasi diciassettemila posti in più tra medicina di famiglia e specialità in cinque anni? Sembra un sogno, ma il governo giallo verde sembra puntare molto sui giovani camici. Per attivare ulteriori borse di studio per i diplomandi del triennio post-laurea arriverebbero dal 2019 10 milioni in più nel Fondo sanitario nazionale. Lo prevede una nuova bozza della manovra circolata ieri. Se quest’anno con 40 milioni sono state create 840 nuove borse – 46 mila euro l’una da dividere per tre anni di qui al 2021, quindi 15 mila euro annui – con 10 milioni annui si aggiungerebbero circa 650 “triennisti” ogni anno. Per aumentare i contratti specializzandi si autorizza invece un incremento di spesa di 22,5 milioni per il 2019, di 45 nel 2020, 68,4 nel 2021, 91,8 nel 2022 e 100 milioni dal 2023. A sommarli, spese per adeguare le capienze dei corsi escluse, verrebbe un numero non inverosimilmente vicino a 13-14 mila contratti in più, in grado di assorbire a regime 2500 unità in più ogni anno, esclusi però gli attuali oltre 10 mila medici “usa e getta”, sottoccupati, sui quali il ministro della Salute Giulia Grillo ha puntato i riflettori nei social e poi chiedendo l’ammissione in sovrannumero ai corsi di medicina generale.

La manovra conterrebbe anche norme che riordinano i dati sugli stanziamenti per il fondo sanitario, con 114,4 miliardi per il 2019 da trasformare in 116,4 nel 2020 previa firma con le regioni entro gennaio di un nuovo patto salute che conterrebbe norme per la revisione dei ticket, per la valorizzazione del personale, e per un’informatizzazione più armoniosa tra i vari sistemi regionali, in grado di tracciare realmente i percorsi di cura del paziente “italiano”. Per i contratti del personale Ssn, è inserita una norma emendativa secondo cui le risorse per il rinnovo, quantificate dal Comitato di settore sulla base dei dati del Ministero dell’Economia, sono poste a carico dei bilanci regionali. Ricordiamo peraltro che per il rinnovo degli statali la manovra stanzia globalmente 3,2 miliardi di euro, di cui 1 miliardo per il 2019, 1 per il 2020 e 1,1 dal 2021 L’importo per l’edilizia sanitaria che la Finanziaria 2010 definiva in 24 miliardi di euro sale a 26 miliardi di euro, da indirizzare prioritariamente alle regioni che abbiano esaurito la disponibilità sottoscrivendo accordi di programma. Si conferma infine la spesa di 50 milioni l’anno nel triennio 2019-21 per applicare il Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (Pngla), da ripartire tra le regioni previa intesa con lo stato secondo modalità individuate con decreto del Ministro della salute e Mef. Si conferma l’ipotesi di transazioni con le aziende farmaceutiche per ripianare la spesa per gli anni 2013-15 e per il 2016 e l’intenzione di rendere incompatibile nelle regioni in deficit la figura del commissario con qualsiasi altro incarico istituzionale presso la Regione, oltre che l’istituzione della Anagrafe nazionale vaccini, con l’obiettivo di monitorare i programmi vaccinali sul territorio.

Mauro Miserendino

FacebooktwittermailFacebooktwittermail