[Skip to Content]
Gianluigi Spata-2

La lettera di Spata ai direttori ospedalieri della provincia di Como

l’emergenza Covid -19 ha messo a dura prova la sostenibilità del nostro SSR che ha retto, senza non poche difficoltà, all’urto di un’epidemia inaspettata e per certi versi all’inizio sottovalutata che ha prodotto tante vittime e tanti ammalati.

Come Presidente di un Ente Pubblico sussidiario dello Stato, di natura non economica,

rappresentativo di tutta le professionalità mediche e odontoiatriche che operano sul nostro territorio provinciale e che agisce nell’interesse del cittadino oltre che della professione, ho potuto notare come l’emergenza sanitaria sia stata affrontata con determinazione ed efficacia da tutte le realtà ospedaliere operanti sul nostro territorio grazie anche e soprattutto alla professionalità, alla competenza e al grande spirito di sacrificio di tutti i colleghi e gli operatori sanitari impegnati negli ospedali e sul territorio.

La Fase 1 dell’epidemia ha però evidenziato anche delle gravi criticità su tutto il territorio lombardo che la FROMCeO ha puntualmente sottolineato e segnalato all’assessorato al Welfare, criticità che hanno purtroppo coinvolto pesantemente il territorio e che non hanno permesso a gran parte dei MMG e dei PLS di poter garantire e soddisfare, in assoluta sicurezza, i bisogni dei pazienti come avrebbero voluto e potuto fare.

Come Voi ben sapete siamo da poco entrati nella Fase 2 che ritengo la parte più delicata e forse più importante; è la fase della sorveglianza attiva territoriale, fondamentale per il controllo dell’epidemia e dove la medicina del territorio, insieme ad altre figure professionali come i medici competenti nelle aziende, le USCA e la Continuità Assistenziale, ha un ruolo importante nell’individuazione e nella segnalazione dei casi sospetti o di possibili iniziali focolai epidemici.

Credo che sia essenziale che l’Ordine si interfacci con le realtà ospedaliere in una fattiva collaborazione per affrontare un lungo periodo che ci troverà a dover convivere con una patologia che deve essere arginata e contenuta fino al consolidamento di terapie specifiche e alla somministrazione di un vaccino che necessita dei tempi tecnici per la sua realizzazione.

Nella speranza che sia condivisa questa nostra proposta di collaborazione nell’interesse della comunità, il mio ultimo pensiero va ai colleghi e agli operatori sanitari che a causa di questa epidemia non sono più con noi e gradirei che Voi foste il portavoce della nostra gratitudine e solidarietà a tutti i medici, infermieri e personale sanitario che si sono prodigati con non poche difficoltà in questa emergenza epidemica.

FacebooktwittermailFacebooktwittermail