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Il saluto di Luca Levrini al Consiglio dell’Ordine

Stimatissimo Presidente, carissimo Gianluigi,
immagino che questa sera sarà la mia ultima presenza nel Consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici di Como. Dopo 14 anni di presenza non potevo trattenermi dal rimanere muto, ed esternarti alcune riflessioni di gratitudine e, soprattutto, di piena convinzione che l’ente che presiedi è strumento necessario e da tutelare. Necessario perché l’azione che genera l’Ordine non è a tutela del malato piuttosto della comunità tutta, e matura da un impegno tuo e del Consiglio che si adopera oltre le missioni statutarie e doveri, sempre con passione. Da tutelare perché tali doti e valori sono purtroppo spesso ignorate, e la storia ci insegna come le “decisioni della politica” dispongono non di rado il futuro degli Enti con presunzione improvvisata, miope rispetto al valore dell’esperienza e del passato.

Presso l’Ordine di Medici ho sempre partecipato a dibattiti costruttivi, ho sempre percepito il desiderio prima di condividere e poi di delegare al Presidente, ogni volta con pieno affidamento e stima. Hai sempre rappresentato l’unum sentire di una collettività, cogliendo il desiderio di tutti per generare una omogeneità forte che ti permettesse di esprimenti mai solo, ma con tutti. Penso che tutto questo derivi dalle tue doti personali, ma anche dal Consiglio che hai saputo ascoltare e pronto a darti suggerimenti proficui.

Presso l’Ordine di Medici sono cresciuto, ho compreso soprattutto il valore dell’etica che rispetta le regole e pone sempre il malato al centro. Provo sentimenti di gratitudine per aver ricevuto più di quello che ho dato, ma anche sentimenti di tranquillità per sapere quanto la nostra professione possa trovare in tale organo un elemento di tutela ed etica concreta per il paziente. Presso l’Ordine di Medici a volte mi sono appassionato, a dimostrazione che le tensioni emotive generate nel consiglio sono sempre state genuine e pure.

Tutto questo è l’Ordine dei Medici, quel tutto che ritengo molti non conoscono e per questo non apprezzano. Ignorano come molti lunedì sera le mani di tutti i consiglieri si poggiano su di un tavolo che non rappresenta il simbolo di una categoria o la tutela del malato, piuttosto la tutela di comunità intera. Comunità di cui il malato è prima espressione anche in salute. Ignorano che il Presidente ogni giorno ascolta, media, rappresenta. Molti dovrebbero sedersi a quel tavolo per apprezzare il valore di un organo, la cui necessaria presenza ed autonomia deve essere tutelata e valorizzata.  Non a caso si chiama Ordine, luogo primo custode della missione medica per la comunità.

Con questo ringrazio te e tutti i consiglieri. Mi spiace non poterci più essere, ma come sai i miei impegni attuali mi impedirebbero di dare quel giusto impegno che altri potrebbero dare al mio posto. Inoltre, ritengo l’alternanza dirigenziale un fattore di stimolo, se unito alla altrettanta giusta ed opportuna continuità che tu rappresenti.

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