[Skip to Content]
Jpeg

Esame dei risultati ottenuti nell’area del Medio ed Alto Lario dopo la riforma

In data 16 aprile 2018 si è tenuto presso l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Como – che in questa sede agisce quale semplice coordinatore – una riunione cui sono state invitate tutte le rappresentanze degli Ordini dell’area sanitaria oltre alle rappresentanze sindacali.

 

Rappresentanze Ordini

Ordine dei Farmacisti – Dott. Giuseppe De Filippis

Ordine delle Professioni Infermieristiche – Como – Dott. Dario Cremonesi

Ordine dei Medici e degli Odontoiatri – Como – Dott. Gianluigi Spata

 

Rappresentanze sindacali

SNAMI -Dott. Giovanni L’Ala

FIMMG – Dott. Giancarlo Grisetti

FIMP – Dr.ssa Elisabetta Profumo

SMI  – Dott. Massimo Gatto

SUMAI  – Dott. Giuseppe Cappello

ANDI  – Dott. Massimo Mariani

CISL dei Laghi  – Dott. Cesare Guanziroli

FEDERFARMA – Dott. Attilio Marcantonio

PER I MEDICI OSPEDALE DI MENAGGIO – Dott. Alberto Bobba

 

Le organizzazioni rappresentative del settore sanitario del territorio comasco, a circa due anni dall’avvio della riforma introdotta dalla LR 23/2015, hanno ritenuto opportuno procedere ad un esame dei risultati ottenuti nell’area del Medio ed Alto Lario.

Si è ritenuto necessario analizzare i risultati di questa specifica area geografica poiché dal punto di vista logistico, come si era già messo in luce nella precedente comunicazione del giugno 2016 che qui si allega, essa è oggettivamente assai distante dalle principali strutture della ATS della Montagna mentre la popolazione per ragioni lavorative, scolastiche e culturali è tradizionalmente orientata ad usufruire dei servizi che si trovano nelle immediate vicinanze ovvero nel territorio Comasco.

L’analisi di due anni di “riforma” si basa sul raggiungimento degli obbiettivi che la Regione Lombardia aveva posto alla sua base:

  • semplificazione della vita dei cittadini;
  • miglioramento della qualità dei servizi resi ai cittadini;
  • riduzione di tempi e costi della pubblica amministrazione.

Le informazioni raccolte dalle organizzazioni professionali che operano nel settore sanitario, quindi, sono state quelle riguardanti la soddisfazione della popolazione riguardo ai principi sopra indicati.

Attraverso il grado di soddisfazione dei cittadini che usufruiscono dei servizi sanitari, infatti, è possibile evidenziarne i bisogni, ordinarli per priorità, definendo così quale è la prestazione minima accettabile in rapporto alla prestazione ideale.

Si è scelto questo procedimento di valutazione poiché si ritiene che questo approccio faciliti l’emersione dei bisogni effettivi dei pazienti, favorisca la sensibilità a cogliere suggerimenti, permetta di superare gli ostacoli posti dall’azione routinaria delle strutture rispetto alle necessità indicate dai pazienti e consenta di individuare dove concentrare gli sforzi attraverso una seria attività di programmazione.

In prima battuta devono essere presi in considerazione i dati raccolti dai MMG del territorio del medio ed alto Lario che costituiscono il primo e più frequente collegamento con la popolazione.

La prima criticità e che viene segnalata attiene all’incremento dei ricoveri presso i nosocomi della ATS della Montagna, non solo di Gravedona ma anche Sondrio, Chiavenna e addirittura Sondalo, da parte del servizio di emergenza e dal PS di Menaggio. Per i pazienti residenti nella Valle d’Intelvi e nell’area centrale della sponda occidentale del Lario ciò significa perdere il contatto con i propri famigliari che, stante la distanza oggettiva e le difficili vie di comunicazione, potranno andare ad assisterli solo saltuariamente.

Questo disagio è sentito in modo netto dai MMG che assistono pazienti che vivono in comuni che distano poche decine di chilometri da Como quali quelli della valle d’Intelvi e del Medio ed Alto Lario; questi medici vengono giustamente incalzati dai loro assistiti che non accettano di non poter aiutare un congiunto ricoverato a Sondrio quando sono disponibili a breve distanza Ospedali ed ambulatori specialistici che sono da sempre il riferimento di queste popolazioni (Sant’Anna, Valduce, Villa Aprica).

Emblematico a questo proposito è il caso di una paziente anziana, residente a Milano e temporaneamente ospitata dal figlio in Val d’Intelvi, la quale, ricoverata d’urgenza a Menaggio, è stata trasferita per complicazioni a Sondalo, a circa 140 Km della residenza del figlio, dove dopo un prolungato ricovero è deceduta. L’irragionevolezza di tale vicenda appare del tutto evidente se si tiene conto che per raggiungere Sondalo sono necessarie tre ore di viaggio mentre l’Ospedale Sant’Anna di Como dista solo 28 Km e l’ospedale milanese di Niguarda 75 Km.

Questa difficoltà nell’accesso alle strutture ospedaliere ha prodotto in queste aree geografiche un pericoloso fenomeno: molte persone, consapevoli del fatto che le ambulanze del 118 si appoggiano dopo la riforma agli ospedali della ATS della Montagna, preferiscono trasportare con la propria auto il familiare affetto da una patologia nei PS di Como per evitare che vengano ricoverati presso nosocomi dove non potrebbero assisterli.

Una ulteriore criticità che è stata prodotta dalla ridistribuzione territoriale introdotta dalla riforma riguarda l’accesso a prestazioni di tipo diagnostico e specialistico.

Con l’avvento del nuovo numero verde aziendale, ovviamente facente capo all’ATS della Montagna, in concomitanza con lo smembramento delle postazioni dei funzionari addetti alle relazioni con gli utenti e con i MMG che avevano sede a Menaggio, i  cittadini del Medio Alto Lario che necessitano di prestazioni sanitarie specialistiche o di diagnostica strumentale possono ora prenotare solo negli ambulatori e negli ospedali della Valtellina ma non più a Como o nelle altre aree lariane con disagi evidenti e di fatto insostenibili per i pazienti più deboli.

Gli utenti, inoltre, segnalano ormai costantemente una dilatazione dei tempi di risposta del call center ma soprattutto l’allungamento dei tempi di attesa delle prestazioni se confrontate con gli anni precedenti la riforma. Un esempio di queste criticità è il caso di una richiesta di accertamento strumentale urgente per un’assistita di 13 anni residente in Val d’Intelvi (RMN cerebrale) redatta dal MMG d’intesa con lo Specialista

Neurologo e proposta dal n. Verde aziendale entro le 48 ore ma a Sondrio o a Sondalo. La prestazione è poi stata erogata dall’Ospedale di Como presso cui i parenti hanno portato in urgenza la piccola paziente.

A questo proposito si deve segnalare che un ulteriore effetto della transizione di questi territori sotto la ATS della Montagna è il progressivo deterioramento dei servizi erogati presso gli ambulatori specialistici e la diagnostica per immagini dell’ospedale di Menaggio.

Questi servizi si sono progressivamente ridotti ed i colleghi medici ospedalieri stanno progressivamente abbandonando l’attività chi anticipando il pensionamento, altri cercando più garanzie professionali in altri enti visto l’incerto futuro del nosocomio.

Questa distonia ha frustrato l’ottimale rapporto tra MMG e l’ospedale che aveva portato all’organizzazione di attività di confronto e coordinamento nonché di aggiornamento presso l’ospedale stesso e che aveva sviluppato sinergie tra i professionisti con una razionalizzazione dello sfruttamento dei servizi a costo zero ma con vantaggi per i pazienti.

L’effetto della riforma, sotto questo aspetto, ha portato ad un deterioramento della qualità dei servizi al cittadino posto che il turn over dei medici presso la struttura di Menaggio rende assai difficile per il paziente avere una continuità assistenziale e la chiusura di alcuni ambulatori quali quelli di cardiologia, endocrinologia e pneumologia obbligano i pazienti recarsi presso gli sportelli degli ospedali di Como per evitare di doversi rivolgere a strutture lontane dove comunque non sarebbero in grado di recarsi con continuità nel caso la patologia lo richiedesse.

Un altro aspetto negativo che è stato segnalato da alcuni operatori sanitari è la perdita nel sistema informatico dell’ospedale di Menaggio di innumerevoli dati clinici dei pazienti oggi non più recuperabili. I sistemi informatici in uso presso il nosocomio, infatti, sono stati sostituiti per renderli compatibili con quelli della ATS della Montagna tuttavia questo processo di migrazione ha comportato criticità particolarmente severe non risolte tra cui la cancellazione di dati clinici.

Dai dati raccolti, quindi, l’applicazione della riforma sanitaria nel bacino del Medio ed Alto Lario non è stata in grado, a due anni dalla sua introduzione, di raggiungere gli obbiettivi prefissati. La cittadinanza non ha percepito miglioramenti ma anzi si è trovata ad affrontare una discontinuità assistenziale a cui prima non era abituata.

A queste prime criticità se ne sommano poi altre, legate all’attività degli operatori della sanità che influiscono direttamente sia sulla qualità dei servizi erogati che sui costi degli stessi.

Stanti le molteplici difficoltà messe in luce dai cittadini attraverso gli operatori del settore e la delicatezza della materia si chiede l’avvio di un’analisi oggettiva degli effetti della riforma sanitaria nel territorio del Medio ed Alto Lario da effettuarsi in un collaborativo contraddittorio tra gli organi della Regione e gli operatori sanitari per valutare con metodo costruttivo quali siano le azioni correttive più idonee per portare i servizi erogati quantomeno al livello di quelli esistenti in precedenza.ù

 

Accompagnatoria documento 16 aprile 2018

 

FacebooktwittermailFacebooktwittermail