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Emergenza Coronavirus, da Fnomceo sì ai certificati per telefono nelle zone a rischio

“Pieno sostegno alla proposta avanzata oggi dal Segretario generale della Federazione italiana Medici di Medicina Generale, Silvestro Scotti, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: autorizzare i Medici di Medicina Generale delle zone a rischio Covid-19 a redigere i certificati di malattia sulla base del solo dato anamnestico, raccolto telefonicamente, quindi senza visita domiciliare o ambulatoriale”.

Ad offrirlo, il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli.

Questa procedura permetterebbe di tutelare i Medici di Medicina Generale da contagi resi molto probabili dalla mancata fornitura, da parte delle Regioni, dei dispositivi individuali di protezione – spiega -.  Contagi che avrebbero, tra l’altro, considerevoli effetti a cascata sulla popolazione. E questo, sia per la quarantena imposta al professionista, che lo sottrae ai suoi assistiti, proprio in un momento di carenza di medici di questa disciplina. Sia, soprattutto, per il pericolo di veicolare – da parte del medico stesso o del malato che soggiorna nella sala d’attesa-  l’infezione agli altri pazienti, specie ai più fragili, perché anziani o con co-morbilità”.

“Si verrebbe inoltre a creare una ingiusta sperequazione tra i Medici di Medicina Generale e i Medici INPS, fiscali e delle strutture territoriali, per i quali l’Istituto ha disposto, per analoghi e giusti motivi, la sospensione temporanea delle visite assistenziali e previdenziali presso le Unità Operative complesse medico-legali delle zone individuate a rischio – continua -. Indicazioni subito accolte dalle Direzioni territoriali della ‘zona rossa’ e delle ‘zone gialle’ che  hanno sospeso temporaneamente anche le visite fiscali oltre che le attività di relazione con il pubblico”.

“Siamo di fronte a una disuguaglianza di tutele tra medico e medico  – conclude Anelli -. Una disuguaglianza che, come Ordine, non possiamo accettare: tutti i medici sono uguali e preziosi, e vanno messi in condizione di lavorare in sicurezza, per la sicurezza della collettività”. 

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