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Gianluigi Spata-2

Editoriale di fine anno del presidente Gianluigi Spata

Il 2018 ci ha portato una FNOMCeO rinnovata nei vertici e molto attiva nel panorama sanitario nazionale. Molti sono i temi che sono stati al centro della nostra attenzione come la sostenibilità del nostro SSN, la drammatica carenza di MMG/PLS e specialisti per effetto del massivo pensionamento dei colleghi, la violenza sui sanitari, le diseguaglianze nel SSN, la formazione, il rapporto con le altre professioni sanitarie, giusto per citare le più importanti.

Forse non tutti ricordano che il 23 dicembre del 1978 fu firmata la legge 833, ovvero l’istituzione del nostro SSN, con l’allora Ministro della sanità Tina Anselmi e il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il nostro SSN compie 40 anni, è un sistema definito e riconosciuto universalistico, equo e solidale e per queste sue caratteristiche ritenuto tra i migliori, se non il migliore, fra tutti i sistemi sanitari esistenti al mondo, in quanto garantisce e tutela il diritto alla salute per tutti i cittadini nell’interesse della collettività, come previsto dall’art. 32 della nostra Costituzione. Sono principi che ci vedono in prima fila a garanzia della salute del cittadino, come richiamato anche dal nostro codice di deontologia medica all’art. 3 nel capitolo sui doveri e le competenze del medico.
Però come si può continuare a garantire per il presente e soprattutto per il futuro tutto questo se il nostro paese si colloca nelle parti più basse della classifica per i livelli di finanziamento e addirittura all’ultimo posto nella prevenzione fra i 34 paesi dell’OCSE ?

Se non si torna ad investire sul sistema sanitario pubblico si rischia di arrivare al collasso, la nostra sanità non sarà più sostenibile e verranno a cadere tutti quei principi di equità e solidarietà enunciati in precedenza.
Il sistema non può reggere solo sulla buona volontà, sulla dedizione e sull’impegno di chi lavora tutti i giorni sul campo, in ospedale e sul territorio, a fronte di una carenza sempre più impellente di personale sanitario che non viene rimpiazzato in modo regolare e programmatico; è ora che la politica capisca che il medico e tutti gli operatori sanitari non sono un costo per il nostro SSN ma una risorsa e come tale va incentivato e sostenuto.
I tempi di attesa sempre più lunghi per l’acceso alle prestazioni, una professione medica sempre più burocratizzata, burocratizzazione che pesa non poco sul nostro lavoro quotidiano riducendo sempre più i tempi di cura e della comunicazione ( il tempo della comunicazione è tempo di cura, art. 20 del nostro codice di deontologia medica), la riduzione del personale per effetto del diminuito turnover e le insufficienti borse di studio per la Medicina generale e per le specializzazioni, sono tutti fattori che minano il delicato rapporto medico – paziente creando tensioni e incomprensioni che possono sfociare anche in violenze verbali e purtroppo anche fisiche sul personale sanitario. Su quest’ultimo problema i dati di due sondaggi della FNOMCeO e dell’ANAAO ASSOMED hanno rilevato che circa il 60% dei sanitari ha subito un aggressione verbale o fisica; in contrapposizione a questo, un recente report del CENSIS, dal titolo “il medico pilastro del buon servizio sanitario” presentato a novembre a Roma, ha evidenziato come la fiducia del cittadino nei confronti del medico sia al 78% evidenziando quindi una insoddisfazione più nei confronti del sistema organizzativo che nei professionisti della salute.

Per ultimo stiamo lavorando per i giovani colleghi, per tutti quei 15.000 medici che sono immeritatamente nel limbo formativo post laurea, in una situazione di precariato lavorativo, e per tutti quegli studenti che al momento dell’iscrizione alla facoltà di Medicina e Chirurgia hanno il diritto di aver garantito un percorso formativo unico e continuo che li porti al raggiungimento della specializzazione e all’inserimento quasi automatico nel mondo del lavoro. Questa è l’unica vera soluzione al problema della carenza di medici e non certo l’abolizione del numero chiuso al primo accesso all’Università.

Anche in ambito regionale abbiamo proprio quest’anno iniziato un percorso molto importante, come FROMCeO, di stretta collaborazione con il nostro assessorato regionale firmando un protocollo di intesa (30 ottobre 2018 e pubblicato nella delibera n. XI /754 del 05.11.2018) che ci permette di essere presenti ai tavoli regionali su molti temi di politica sanitaria; è la prima Regione che ha stipulato un accordo simile.
Il medio Lario è tornato sotto il controllo della nostra ATS anche grazie all’intervento del nostro Ordine professionale che si era attivato subito in tal senso, già nell’agosto del 2015, insieme agli Ordini degli infermieri, dei farmacisti e di tutte le sigle sindacali del territorio. Seguiremo con attenzione gli sviluppi futuri e pronti a collaborare con le istituzioni locali per il nuovo assetto della ASST Lariana.

Infine si è conclusa l’avventura del campo profughi di via Regina che in breve tempo è stato chiuso e smantellato. Ringrazio tutti i colleghi che hanno garantito, con il sostegno dell’ATS Insubria e insieme ad infermieri e Croce Rossa, un’assistenza continua, dall’agosto 2016, quando si è presentata l’emergenza profughi. E’ stata un’assistenza volontaristica che ha dimostrato, da parte di tutti coloro che hanno partecipato, un grande senso di umanità accompagnato da grande professionalità e senso civico; resta il rammarico che quanto fatto non abbia avuto la necessaria attenzione e riconoscimento da parte delle Istituzioni e dell’opinione pubblica. Non importa, rimane, per chi ha partecipato , la gioia e l’orgoglio per quanto è stato fatto.
Ci sarebbe tanto altro da dire ma lo farò in occasione della tradizionale assemblea annuale ordinistica a fine marzo e alla quale Vi invito fin da adesso a partecipare.

Auguro a tutti Voi e alle Vostre Famiglie un sereno Natale e un buon inizio anno

Gianluigi Spata

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