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Convenzione MMG, da aumenti a diritto di sciopero tutti i contenuti della preintesa Sisac-sindacati

«Pochi, maledetti e subito. Ha prevalso la logica del recupero degli arretrati», ci dice lo “sherpa” del sindacato all’indomani della firma della preintesa sulla convenzione di medicina generale. Il giorno prima avevano firmato specialisti e pediatri i loro pre-accordi. Non è la firma di tutta la convenzione, ma solo il recupero di quanto perso dal 2010 ad oggi. «Le Regioni avevano i soldi in cassa, ed era più facile li ‘liberassero” prima delle elezioni che dopo».

Le novità– Nuovi criteri facilitano l’assegnazione di incarichi. La domanda potrà essere fatta anche se non si è finito il corso triennale; le dottoresse che per avere un bambino hanno interrotto il corso triennale di formazione, dovendo recuperare i mesi, possono come gli altri chiedere di entrare in graduatoria e produrranno il diploma solo quando chiamate al lavoro. Inserita anche una norma che impone alle regioni di rendere idonee le sedi di guardia medica.

Gli stralci– È invece stato stralciato l’aumento di massimale ad un medico ogni 1800 abitanti se in gruppo e in aree disagiate. Via anche il capitolo che inseriva nella medicina generale la medicina penitenziaria: già all’atto della firma il negoziato tra Sisac e Fimmg-Intesa-Smi-Snami era durato 10 ore. Via infine la richiesta ai mmg di impegni sui fronti vaccini, liste d’attesa, ingressi impropri in pronto soccorso e cronicità.

Sciopero– Aggiunto un capitolo sul diritto di sciopero: la proclamazione va fatta ai ministeri di Salute e Interni e alla conferenza delle regioni, lo sciopero regionale va dichiarato a governatore, assessore sanità e prefetti. Il primo sciopero non può superare le 48 ore, i successivi i 4 giorni (uno se a ridosso dei festivi). Non si sciopera ad agosto e nei giorni ante-elezioni. Il preavviso va dato 10 giorni prima alla controparte e alla commissione di garanzia, la revoca non meno di 5 giorni prima, a livello sia nazionale sia regionale ed aziendale. Vanno individuati prima i mmg che svolgeranno le prestazioni essenziali con criteri che andranno elaborati a brevissimo tra medici e regioni.

Aumenti– Ai medici andrà l’aumento medio promesso dal governo, 80 euro lordi, ma a regime, quando a fine anno la Finanziaria nelle maglie del Fondo sanitario nazionale troverà i soldi che deve mettere lo stato; intanto le regioni erogano gli arretrati, una tantum, in media mezzo euro assistito anno fino al 2015 e poi si sale a 0,77 nel 2016 e 1,28 nel 2017. Poi si parte con gli aumenti che saranno erogati a fronte dell’accordo tra medici e Sisac su nuovi contenuti del lavoro.

I passaggi– Ora il testo passa al vaglio del Comitato di settore delle regioni e del Ministero dell’Economia. Per Fiorenzo Corti, vicesegretario Fimmg, siamo a buon punto: «Il Comitato di settore deve valutare un testo che ha di fatto proposto lui, il Mef deve verificare compatibilità di spesa che sembrano esserci, il dialogo con le regioni è ripartito da tempo». E dopo si entra nel vivo, ma qui le posizioni dei sindacati non sembrano compatte. «Il mondo va avanti – dice Corti – le farmacie parlano di diagnostica e non se ne parla negli studi dei Mmg, la popolazione invecchia e servono nuovi medici ma si deve decidere se imporre un turnover a prescindere o se invece tenere presenti prioritariamente le esigenze della popolazione rimasta senza medico».

I dubbi – Il sindacato Snami si è riservato di apporre la firma solo dopo il congresso straordinario a Roma il 18 marzo. «Ci hanno restituito pochi “centesimi” che erano nostri – dice il presidente Angelo Testa – e hanno agevolato, cosa positiva, l’ingresso in graduatoria di giovani colleghi e colleghe, ma manca una visione d’insieme anche per continuità assistenziale ed emergenza, lo stesso obbligo di assegnarci sedi di guardia medica idonee appare arma a doppio taglio, una regione senza soldi per la guardiania armata potrebbe anticiparne la chiusura o passare ad un modello H16». Testa rivendica allo Snami l’aver scongiurato l’aumento del massimale a 1800 scelte più 90 in deroga. «Una cosa è risolvere i problemi di alcune carenze che vanno costantemente deserte, altra alimentare un percorso pericoloso e generalizzato di conflittualità tra medici con aumento della spesa sanitaria e impedimenti all’ingresso di nuovi colleghi». Al congresso si dibatterà anche di evitare una sola pubblicazione di zona carente l’anno contro le attuali due e di no alla prenotazione di visite specialistiche da parte del mmg. In precedenza anche Pina Onotri (SMI) -pur avendo siglato-aveva ricordato che restano fuori capitoli chiave come il ruolo unico Mmg-guardia, o la stabilizzazione dei precari. Per non parlare di guardia medica H16 ed aggregazioni funzionali e unità complesse. Si fa strada l’idea che, ammesso si firmi una convenzione entro l’anno, i margini d’autonomia delle regioni cresceranno.

Mauro Miserendino (Doctornews)

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