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Contratto ospedalieri al via, il punto sul pagamento degli arretrati maturati

Aumenti in busta paga con tutti gli arretrati maturati fin qui: sono previsti dal nuovo contratto della dirigenza medica firmato il 19 dicembre e adesso i medici ospedalieri li chiedono in busta paga a partire da questo mese di gennaio. Anaao Assomed, Aaroi Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fp Cgil, FVM, Uil Fpm, Cisl Medici hanno firmato una lettera di sollecito a tutte le aziende del Servizio sanitario nazionale. I medici – che già da un po’ chiedono l’avvio immediato della trattativa per il contratto 2019-21-si aspettano questo mese, contratto alla mano, fino a 4800 euro di arretrati in unica soluzione. Una cifra cospicua ma anche “calcolata bene”, conferma Corrado Bibbolino, coordinatore di Fassid, sigla che raggruppa i radiologi di Snr, i laboratoristi Aipac, i medici del territorio Simet, i farmacisti Sinafo e i psicologi Aupi. «E’ una valutazione anche prudenziale, se vogliamo, si tratta di 200 euro al mese che datano dall’inizio del 2018, che dunque contratto alla mano ci vanno pagati da due anni (e un mese, questo di gennaio)».

A fine 2019 i sindacati si dicevano ottimisti sulla possibilità di pagamento a gennaio, ma questo mese siamo già alle richieste esplicite che suonano come un campanello d’allarme… «Gennaio è un mese breve -dice Bibbolino- si è ricominciato a lavorare il 7. Tra l’altro, molte Asl e molti ospedali di fronte alla nostra richiesta ci hanno risposto “verbalmente” che ancora non era stato loro notificato il contratto firmato a dicembre e siglato in precedenza da luglio. Ci sono stati 5 mesi di tempo per capire le cose e sarebbe disdicevole non avere quelle risorse nei tempi fissati. Dovrei concludere che 10 anni di vacanza contrattuale hanno disabituato le Asl ad alcuni adempimenti in precedenza usuali sebbene a cadenza triennale o quadriennale. Dovrei pensare che i blocchi decennali non solo paralizzano le corsie e le aspettative economiche del personale del servizio sanitario, ma ci portano indietro di anni anche in campo amministrativo: il funzionario che aveva 55 anni o meno nel 2010, anno di ultima applicazione del vecchio contratto, è uscito di scena senza trasmettere ai successori più giovani alcuna nota dei doverosi adempimenti successivi alla firma di un nuovo contratto».

I sindacati firmatari chiedono inoltre di applicare subito il ricongiungimento, anche autocertificato, dei “periodi di effettiva anzianità di servizio maturata come Dirigente anche a tempo determinato” e i periodi d’attività svolti da dirigenti o equivalenti anche in altri paesi comunitari. «E’ un’altra conquista di cui siamo orgogliosi: i periodi precedenti di dipendenza anche a tempo determinato vanno ricongiunti e la loro somma fa anzianità. Al tavolo per il triennio 2019-21 Fassid chiederà il riconoscimento dell’anzianità pregressa pure per chi ha svolto servizi atipici, da cococo, a partita Iva etc. Era così fino a qualche anno fa. Entrato nel 1979, io a suon di contratti a termine ho sempre maturato i miei scatti di anzianità; oggi gli scatti ci sono dopo 5 e dopo 15 anni ma non sono mai stati concessi ai colleghi precari. Ora che dovrebbero stabilizzarsi con i concorsi, gli anni di attività nel Ssn verrebbero ad azzerarsi se non ci fosse questo contratto che ai neo-dipendenti attribuisce il livello di anzianità che compete».
I sindacati chiedono infine l’adeguamento della retribuzione di posizione parte fissa; piena e tempestiva applicazione della “clausola di garanzia” della retribuzione di posizione dei dirigenti; adeguamento delle indennità “di guardia e/o festive”, di rischio radiologico, di ufficiale di polizia giudiziaria. Non c’è, ma è prevista nel decreto legge Milleproroghe varato dal governo a fine dicembre e ora in fase di conversione, la confluenza nella parte variabile stipendiale della retribuzione individuale di anzianità, cioè gli scatti di chi si pensionava, in questi anni incamerati dalle Asl. Bibbolino ricorda che il comma 435 della Finanziaria 2018 a firma Federico Gelli ha dato un primo stanziamento. «Consentire alle Asl di alienare questi fondi – fino al 2022 stanziati per i medici contro il disagio e in retribuzione di posizione- ha depauperato i salari dei giovani colleghi. Ora abbiamo armonizzato i tre fondi della parte variabile come richiesto dalla legge, non c’è più motivo per non sbloccare queste risorse e contiamo che il Milleproroghe, in “pole” anche sul tema delle stabilizzazioni, lo faccia. In generale su questo decreto auspichiamo che non ci siano interferenze e cessino le esternalizzazioni che hanno portato via in questi anni molto di quel “know how” aziendale che costituiva il valore assoluto del nostro Ssn».

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