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Consiglio Nazionale FNOMCeO a Bari: Stamina, bilancio, codice deontologico

Nei giorni scorsi, come anticipato e ampiamente ripreso dai media nazionali e locali, Bari è stata luogo di una serie di appuntamenti proposti dalla Federazione nazionale degli Ordini con il supporto del locale Ordine provinciale. I tre momenti cardine sono stati il convegno su formazione e accesso al lavoro, la seduta della Ceom (la conferenza europea degli ordini dei medici, alla cui presidenza è stato eletto Nicola D’Autilia) e il Consiglio Nazionale della FNOM. Ecco una sintesi dei lavori del consiglio.

APPROVATO IL BILANCIO CONSUNTIVO

Il Consiglio Nazionale, riunito a Bari venerdì 13 giugno, udita la relazione del tesoriere Raffaele Iandolo, ha approvato all’unanimità, per alzata di mano, il conto consuntivo 2013. Sempre all’unanimità, è stata poi approvata la relazione del collegio dei revisori dei conti, illustrata da Ezio Casale, nonché una variazione al bilancio 2014.

Nella sua relazione, Iandolo ha illustrato le cifre più significative del bilancio della Federazione che mostrano una situazione finanziaria con un fondo cassa al 31 dicembre 2013 pari a 14.334.299,24 euro, mentre l’avanzo di amministrazione è di 15.493.655,08 euro, con un incremento di 3.151.327,63 rispetto al 31 dicembre 2012. Per Iandolo “si tratta di un bilancio forte, che ci consente non soltanto di risolvere definitivamente la questione della sede, ma anche di avere a disposizione fondi per la formazione e per i giovani medici. In questa ottica, abbiamo concepito anche la delibera di assestamento del bilancio 2014”.

Nel fornire l’elenco dettagliato delle molteplici attività della Federazione con numerose riunioni di gruppi di lavoro, osservatori e consulte di area medica e odontoiatrica, Iandolo ha ricordato che nel corso del 2013, si sono tenute 15 riunioni di comitato centrale, di cui 12 a Roma e altre a Taranto, Torino e Caserta; cinque riunioni di consiglio nazionale tutte a Roma; due assemblee CAO, sempre a Roma, due riunioni della commissione medici e undici riunioni della commissione odontoiatri. Convegni, seminari e workshop si sono tenuti a Roma e in altre città. “In conclusione ritengo – ha detto infine Iandolo – che l’attività 2013 della FNOMCeO possa ritenersi più che soddisfacente, sia per gli aspetti economico-finanziari che per quelli istituzionali, politici e organizzativi”.

CONTINUA LA PRESA DI POSIZIONE SUL CASO STAMINA

I lavori di consiglio hanno espresso (e su questo è stato emesso uno specifico comunicato stampa) un forte e accorato appello, il cui testo è stato approvato all’unanimità, rivolto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e alle altre alte cariche dello Stato perché ascoltino le motivazioni della Federazione, che sono di assoluta contrarietà rispetto al cosiddetto caso Stamina.

Nel corso del consiglio nazionale, è intervenuto il Presidente dell’OMCeO di Brescia Ottavio Di Stefano, che ha ripercorso l’intera vicenda consumatasi presso gli Spedali Riuniti della città, in un’altalena di situazioni complesse e delicate e con pronunciamenti contrastanti da parte di diverse Procure. Fino ad arrivare alla riunione straordinaria del Comitato Centrale della FNOMCeO, tenutasi a Brescia sabato 6 giugno, da cui è uscito un pronunciamento forte contro il “caso” Stamina, che definire “metodo” sarebbe pura fantasia.

Anche a Bari, diversi presidenti di Ordine sono intervenuti per affermare, tutti concordi, che il cosiddetto “caso” Stamina presenta almeno un aspetto molto critico che attiene alla fragilità del metodo di valutazione, che invece andrebbe rafforzato. Intanto, l’OMCeO di Brescia ha sostenuto e sostiene l’obiezione di coscienza dei medici che rifiutano di applicare Stamina, mentre da parte di altri Ordini, in particolare Mantova, è stata avanzata la richiesta perché la FNOMCeO si pronunci per il provvedimento disciplinare nei confronti dei medici che dovessero aderire a Stamina.

Tra gli altri, è intervenuto il Presidente onorario della Federazione, Aldo Pagni, che ha ricordato il clima orribile che venne a crearsi all’epoca della cosiddetta terapia Di Bella, con un’ondata mediatica che fu contrastata con decisione, ma anche con molta difficoltà dalla Federazione. Come d’altra parte avvenne nel caso Bonifacio. Il fatto che tali fenomeni periodicamente si ripresentano. Ma, rispetto agli anni scorsi, si può affermare che oggi i progressi stessi della medicina e dei metodi diagnostici e delle terapie dovrebbero sgombrare il campo da personaggi che, in maniera ricorrente, si propongono titolari di cure che cure non sono e si autoproclamano portatori di miracoli che puntualmente non avvengono.

Rispetto a questi fenomeni, la posizione della FNOMCeO è chiara e forte. In effetti, il Consiglio Nazionale ha confermato e rafforzato il pronunciamento di una settimana prima del Comitato Centrale a Brescia: “L’esercizio della Medicina è fondato sull’autonomia e la responsabilità del medico, che deve ispirare la sua pratica professionale alle evidenze scientifiche disponibili, perseguendo l’efficacia, l’appropriatezza e la sicurezza delle cure”. E ancora: “La Libertà di agire in Scienza e Coscienza è posta a presidio dell’autonomia e della responsabilità del medico, quale garanzia della tutela della Salute degli individui e della collettività”. Il Consiglio Nazionale ha infine espresso “la propria solidarietà ai medici e all’OMCeO di Brescia, condividendo il loro rifiuto di eseguire le ordinanze dei giudici che impongono l’esecuzione delle procedure Stamina in assenza di una pronuncia della Commissione tecnico-scientifica insediata dal ministro della Salute”, ritenendo che tale rifiuto sia “l’espressione tecnico-professionale, etica e civile più alta e qualificata non contro, ma al servizio del diritto della tutela della Salute”.

D’altra parte, la settimana precedente, proprio durante la sua trasferta a Brescia, il Comitato Centrale, unitamente al consiglio dell’OMCeO provinciale, era stato altrettanto netto, nello stesso giorno in cui Marino Andolina ha praticato, agli Spedali Civili, un’infusione secondo il cosiddetto “Metodo Stamina” : “Anche oggi, in una circostanza che non esitiamo a definire oscura e oscurantista per la Sanità, ribadiamo la nostra vicinanza ai malati, alle loro famiglie, alle loro sofferenze. I medici dicono “no” e si rifiutano di attuare procedure la cui fondatezza scientifica, sicurezza e appropriatezza terapeutica non sono note; né sono, a tutt’oggi, validati i presupposti per l’avvio di una sperimentazione. E lo fanno innanzitutto per ribadire il diritto a cure che rispettino le speranze dei malati e la dignità delle loro sofferenze. In uno scenario nel quale giganteggiano l’inazione della Regione Lombardia e gli incredibili paradossi di una Magistratura civile che nomina, quali propri ausiliari, soggetti già inquisiti per la stessa questione dalla Magistratura penale, la scelta sofferta – ma determinata e responsabile – di tutti i medici del più grande ospedale di Brescia di non ottemperare a queste disposizioni dei Tribunali è quanto di più alto e civile si possa intendere e interpretare per Obiezione in Scienza o Coscienza. Come medici, ci siamo assunti le nostre responsabilità: siamo uniti e determinati in questa scelta. Chi deve si attivi per la sua parte, con la stessa determinazione e responsabilità”.

PROSEGUE IL CAMMINO DEL CODICE DEONTOLOGICO

Durante i lavori di Bari, il Consiglio Nazionale ha approvato con votazioni tutte a larga maggioranza, quattro allegati al Nuovo Codice di Deontologia medica, varato a Torino lo scorso 18 maggio. L’impegno assunto nella città sabauda è stato pertanto rispettato in meno di un mese. Gli allegati, da intendersi come indirizzi applicativi, riguardano il Giuramento professionale, Conflitto di interessi, Information and Communication Tecnology e Ricerca-Sperimentazione. In particolare, gli allegati interessano l’articolo 30 (Conflitto di interessi), l’articolo 47 (sperimentazione scientifica), l’articolo 78 (Tecnologie informatiche).

I quattro testi, oggetto di riflessioni, aggiunte e modifiche in sede di CN, saranno sottoposti al coordinamento formale e successivamente resi pubblici portando a compimento un lavoro di riflessione e confronto durato oltre un anno. Il nuovo testo di riferimento della deontologia professionale medica italiana ha visto una intensa e complessa mole di lavoro, ma un unico filo unisce i percorsi compiuti dalla Federazione per arrivare al nuovo Codice, secondo le parole usate a Bari dal presidente Amedeo Bianco: “Abbiamo coniugato scienza, diritto e tutela della salute, perché, in fondo, la finalità ultima delle nostre prese di posizione nonché delle nostre azioni come medici è proprio la tutela del diritto alla salute dei cittadini”.

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