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Assemblea dell’Ordine, ecco le foto e il filmato della serata con i neo laureati

Lo scorso lunedì 16 marzo si è svolta l’Assemblea Ordinaria Annuale degli iscritti all’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Como. Nel corso della serata si è svolta la cerimonia del giuramento dei neo laureti che documentiamo con la nostra gallery e il filmato preceduto da una breve intervista al Presidente Spata.


La relazione morale del Presidente
di Gianluigi Spata

Dopo le nuove elezioni che si sono svolte a novembre dello scorso anno, inizia il mio terzo mandato come Presidente; ci sono stati alcuni avvicendamenti nella nuova squadra con l’inserimento di nuovo colleghi/e ai quali auguro un buon lavoro e soprattutto l’auspicio di potersi inserire rapidamente nel gruppo; vorrei invece ringraziare chi invece non fa più parte della squadra e mi riferisco al Past President Dr. P.G. Conti,  al segretario uscente Dr. Marco Fini, alla Dott.ssa Patrizia Fumagalli, alla Dott.ssa Alessandra Bollati e al Dr. Corrado Roda.

La speranza di portare questa sera finalmente delle novità, come avevo scritto nell’editoriale di fine anno, è rimasta purtroppo una mera illusione e questa sera sarò ancora qui a parlarVi di quello che potrà succedere, di disegni di legge ancora in discussione, di progetti da anni in fase embrionale, insomma di un futuro ancora ricco di incognite e ancora da definire in quanto di concreto, in un anno, è successo poco.

Mi riferisco ovviamente allo scenario nazionale  dove si continua a parlare di come risolvere il problema della responsabilità professionale e degli alti costi delle assicurazioni di responsabilità professionale, del grande caos che si è creato con i test di ingresso sia al primo anno di Università sia all’accesso alle scuole di specialità e al corso triennale di Formazione specifica in Medicina Generale, per non parlare della riorganizzazione del territorio in attuazione alla legge Balduzzi del 2012 che stenta a decollare, del patto della salute e della legge di stabilità, della riforma degli Ordini , giusto per citarne i principali.

In verità la grave crisi economica sta logorando le già scarse  risorse disponibili, con un impatto sempre più negativo anche e soprattutto sulle politiche per la salute di questo nostro paese; non che gli altri stati membri dell’UE stiano meglio. Ma guardando a casa nostra il  risultato di una politica di austerità atta a contenere la spesa pubblica si riflette in modo negativo anche sulla spesa sanitaria, contenendone i costi attraverso il blocco del turn-over e il congelamento dei contratti di lavoro (convenzioni ormai al palo dal 2010), la riduzione dei posti letto,  manovre economiche sulla spesa farmaceutica convenzionata e sui dispositivi medici, maggiore pressione fiscale e aumento dei ticket  su esami e prestazioni sanitarie, ecosì via.

Anche se il patto per la salute relativo al 2014- 2016 (nonostante gli ultimi ritocchi) sembra poter mantenere i finanziamenti stanziati, in realtà sembra che tutto potrebbe essere rimesso in discussione dalla legge di stabilità che prevede dei tagli per le regioni su beni e servizi, sulla farmaceutica, su cliniche private ed edilizia ospedaliera per circa due miliardi; Regioni e Governo stanno discutendo e allo stato attuale è alvaglio del Governo una proposta fatta dalle Regioni per meglio razionalizzare tali tagli.

Alla fine sono comunque i cittadini e gli operatori sanitari che rischiano di  dover pagare le conseguenze di questa situazione.

Come tutto questo sia alquanto preoccupante e possa in futuro portare anche a un minor ricorso alle prestazioni sanitarie proprio per effetto della congiuntura economica,  è stato messo in evidenza dai  dati che sono stati presentati dal nostro Presidente Amedeo Bianco, in occasione dell’ultimo consiglio nazionale di dicembre 2014, dove viene evidenziato che in Italia, nel 2013, l’11% della popolazione ha rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria necessaria e di questa il 5,6% per motivi economici. La Lombardia, col suo 7% circa di riduzione delle prestazioni, di cui la metà annovera fra le motivazioni quelle economiche, si attesta al 4 posto dopo Trento, Bolzano e la Valle d’Aosta, e infine ultima la Sardegna, fanalino di coda, con un preoccupante 16%. E’ evidente che tale fenomeno è più evidente al Sud dove la crisi economica è maggiormente sentita e dove più numerose sono le Regioni coinvolte in gravosi piani di rientro.

E’ chiaro che in una situazione di questo genere si rischia di perdere non solo l’efficacia di tutte quelle azioni rivolte alla prevenzione e alla cura, ma anche di perdere la fiducia e quell’ampio consenso del cittadino nei confronti del nostro SSN, lasciando ampi spazi ad offerte di prestazioni sanitarie sia in campo medico che odontoiatrico a prezzi alquanto ridotti e competitivi con quelli proposti dal nostro SSN o a fughe all’estero alla ricerca di proposte allettanti e sotto costo con il rischio di possibili rischi per la salute.

La presenza di tanti giovani questa sera mi permette di affrontare un altro problema non certo meno importante di altri ma che costituisce un grosso vulnus della nostra professione, il futuro dei nostri giovani neo laureati.

Abbiamo vissuto prima delle feste natalizie il dramma di quanti, dopo varie vicissitudini relative ai test di ingresso alle scuole di specialità e ai corsi di formazione in medicina generale, sono rimasti fuori andando inevitabilmente ad ampliare quell’area di disoccupazione/sottoccupazione medica.

Sono anni che la FNOMCeO sta elaborando dati e proposte per trovare una soluzione e poter finalmente garantire a chi si iscrive al primo anno dell’Università di Medicina e Chirurgia o al corso di laurea in Odontoiatria di poter accedere, alla fine del percorso formativo universitario, direttamente alle scuole di specialità e da lì al mondo del lavoro.

Tutto questo lo si può ottenere solo attraverso una seria programmazione dei fabbisogni che deve partire da lontano, per evitare che siano approvate delle  soluzioni che non farebbero altro che ampliare ancor di più il fenomeno della disoccupazione e/o del precariato.

Come ho detto prima la FNOMCeO, attraverso anche il proprio osservatorio nazionale dei giovani, ha elaborato un “documento di riflessione e proposta sul sistema formativo medico italiano  e sulla programmazione del fabbisogno di professionisti” che non si limita solo a fare un censimento della professione, ma dopo aver analizzato tutte le criticità fornisce delle proposte che partono dalla programmazione dei fabbisogni e che vedono come obbiettivo un corso di laurea in Medicina e Chirurgia più professionalizzante con una laurea abilitante (con il guadagno di un anno), e con proposte di riforma per l’accesso alle scuole di specialità  di area medica  e per il percorso di formazione in Medicina generale.

Il “tutti dentro” proposto anche recentemente e per fortuna non attuato, se non parzialmente, avrebbe peggiorato ancor di più una situazione già di per sé difficile, sia perché avrebbe sovraffollato le nostre Università con costi aggiuntivi sia perché alla fine avrebbe formato specialisti destinati alla disoccupazione e costretti, il massimo della beffa, a emigrare in altri paesi.

Purtroppo ho letto proprio ieri che il nostro Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha riproposto, in Senato, una possibile ripresa del modello francese per l’accesso all’Università (apertura a tutti il primo anno con sbarramento all’accesso al secondo anno). Lascio a Voi ogni commento, io scuoto solo la testa.

Fino ad ora le soluzioni adottate sono state un fallimento, per cui allo stato attuale l’ampia analisi della FNOMCeO è arrivata alla conclusione che se non si vuole peggiorare una situazione, già di per sé critica, un numero di accessi all’Università programmato  già per l’anno accademico 2015-2016 e per gli anni successivi, pari a  7000, sia sufficiente a coprire il turn-over dei medici e a ridurre negli anni quell’area di disoccupazione / precariato post-laurea a cui accennavo prima .

Anche un anno fa mi sono trovato a commentare i possibili effetti della legge Balduzzi e mi riferisco in particolare agli articoli relativi alla riforma del territorio e a quello relativo alla responsabilità professionale.

Per quanto riguarda la riorganizzazione del territorio vi posso solo dire che poco è cambiato, il progetto va molto a rilento, almeno per quanto riguarda la nostra Regione ma, da quanto percepisco da  nostri colleghi di altre regioni, la situazione non è molto diversa dalla nostra.

A metà febbraio è stato trasmesso alla GU (Gazzetta Ufficiale) il regolamento relativo alla “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”. In attuazione a questo regolamento si dovrà provvedere alla diminuzione del numero dei posti letto, come imposto dalla spending review Monti del 2012 con riduzione a 3.7 per mille abitanti dei quali 3,0 per acuti e 0.7 per riabilitazione e lungodegenza. Forse val la pena segnalare che in questo regolamento sono previste altre novità che riguardano la classificazione degli ospedali per complessità e intensità di cura ( suddivisione in tre livelli), la definizione di una nuova rete d’emergenza e di nuove reti ospedaliere per le grandi patologie (infarto, ictus, traumatologia, neonatologia ,oncologica, pediatrica, medicine specialistiche, trapiantologia, terapia del dolore e malattie rare) e il contestato ospedale di comunità, tanto per ricordare quelle che mi sembrano essere le più importanti.

A fronte di tutto questo però non è stato ancora sciolto il nodo legato alla riforma del territorio che avrebbe dovuto portare ad una riorganizzazione degli studi dei MMG e dei PLS, sia per far fronte all’esigenza di una maggiore deospedalizzazione (termine che piace molto ai politici), sia per affrontare l’emergenza cronicità che diventerà la vera futura sfida del futuro, se sono veri i dati che vedono quasi il 30% della popolazione lombarda affetta da almeno una patologia cronica.

Ebbene dopo la presentazione a luglio 2014 del cosiddetto “libro bianco”, che non è altro che il testo di programmazione della Regione Lombardia sul riordino della sanità lombarda, abbiamo ormai almeno tre programmi attuativi, proposti da altrettante correnti di pensiero, di cui non ho nessuna intenzione parlare.

Però sinceramente leggendo le varie proposte non vedo ancora, al di là di quanto tutti noi già sappiamo sulle UCCP, AFT, sui POT e sul nuovo assetto delle ASL, una vera programmazione sull’attuazione di questi progetti ma soprattutto la loro fonte di finanziamento. Tra le righe, a dire il vero, mi sembra di avere anche letto l’intenzione che il MMG e il PLS possano passare ad un ruolo di dipendenza o paradipendenza, col tentativo di trasferire sul territorio modelli organizzativi di tipo ospedaliero. Su questo punto sono assolutamente contrario, in quanto limiterebbe non poco la nostra indipendenza, almeno quel poco che ancora ci resta, e non sarebbe capito dal cittadino che vede nel proprio medico un riferimento sicuro e scelto liberamente e per questo motivo sarà importante il ruolo dei nostri sindacati nel difendere il nostro stato di liberi professionisti convenzionati con l’agenzia territoriale; pericolo comunque che sembra rientrato anche per l’intervento della nostra Federazione Regionale degli Ordini.

Sul tema invece della riforma della responsabilità professionale ricordo che nell’ottobre 2013 è stata depositata dal nostro Presidente Nazionale Amedeo Bianco il disegno di legge dal titolo “ Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e di responsabilità in ambito medico e sanitario”.

Dopo un avvio promettente e che ha incassato notevoli apprezzamenti durante il suo iter legislativo, il DDL ha subito rallentamenti in seguito alle note vicissitudini parlamentari che ha portato alla elezioni di un nuovo esecutivo che ha a sua volta concentrato gran parte della propria attenzione sulla  grave situazione economica del nostro paese. Il DDL c’è, sui tempi è molto difficile fare delle previsioni.

Strettamente legato a questo è il tema dell’assicurazione di responsabilità civile, grosso problema non certo dimenticato dalla FNOMCeO, sempre alla ricerca di una polizza assicurativa collettiva a copertura del primo rischio uguale per tutti i professionisti a cifre assolutamente competitive. E’ stata di recente costituito un gruppo di lavoro congiunto FNOMCeO – ENPAM con il compito di trovare  nuove soluzioni che potrebbero portare, spero in tempi brevi, alla proposta di una polizza assicurativa a bassi costi per tutti.

Voglio ricordare che in Senato sta continuando il suo iter parlamentare anche il DDL di riforma degli ordini professionali, anch’esso rallentato  per i problemi che ho ricordato in precedenza.

Dopo un percorso durato più di due anni è stato approvato il nuovo codice deontologico; è stato un iter lungo e difficile dove non sono mancate critiche; purtroppo non è passato all’unanimità ma a larga maggioranza. Sarà quindi questo il nostro nuovo codice al quale dovremo far riferimento.

Purtroppo l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato (AGCM) ha sanzionato la FNOMCeO per i contenuti relativi agli art. 54, 55 e 56 del codice deontologico del 2006 relativi al capitolo sull’informazione e pubblicità sanitaria ritenendo alcuni frasi e aggettivi in essi contenuti lesivi e d’ostacolo alla libera concorrenza; mi riferisco al divieto alla pubblicità comparativa, alla possibilità di consentire la prestazione gratuita purchè tale comportamento non rivesta una connotazione esclusivamente commerciale, oppure l’indicazione che la pubblicità informativa sanitaria deve sempre essere prudente, trasparente, veritiera, obbiettiva, pertinente. Naturalmente la Federazione ha fatto ricorso al TAR del Lazio, avvalendosi della collaborazione di importanti ed esperti giuristi (Prof. Guido Alpa, presidente del Consiglio Nazionale Forense e l’Avv. Clarich, grande sostenitore delle ragioni del mercato); le premesse non sono incoraggianti in quanto ci è stata negata la sospensiva dell’esecutività del provvedimento (più di € 800.000 di multa) e l’udienza si terrà il 26 marzo p.v. Lascio a Voi ogni commento; è molto triste constatare che si voglia condizionare anche i contenuti del nostro codice deontologico che è bene ricordare è a tutela del cittadino oltre che della professione.

Il 2014 il nostro Ordine professionale, come del resto anche tutti gli altri ordini italiani, ha certificato e  distribuito i primi certificati relativi  all’assolvimento dei crediti formativi del triennio 2011 – 2013 ; però è emerso un dato che mi ha lasciato alquanto perplesso: meno del50 % dei nostri iscritti ha assolto al debito formativo triennale, anche se superiore al dato nazionale del 40 %. Vorrei solo ricordare che l’aggiornamento è un obbligo, oltre che deontologico, previsto anche dalla legge e che  ASL, Direzioni Sanitarie e altre istituzioni potrebbero, in qualunque momento, richiedere all’ordine di appartenenza la certificazione relativa all’assolvimento di detti crediti formativi.

Per quanto riguarda l’ENPAM, abbiamo dal 2014 un nuovo statuto (che è ancora al vaglio dei ministeri competenti) e un nuovo regolamento; quest’anno, presumibilmente a giugno, ci saranno le elezioni del nuovo CDA; mi sento di sostenere che il nostro ente previdenziale è in salute, pur in uno scenario politico ed economico del nostro paese molto difficile; seguirò con molta attenzione la politica del nuovo direttivo. Anche la salute è una parte importante di cui dobbiamo rimetterci in carreggiata e non si può parlare di salute senza maid service e anche un buon sonno è importante con un allenamento regolare.

Per quanto riguarda i nostri progetti provinciali del triennio 2012-2014 abbiamo centrato quasi tutti gli obbiettivi che ci eravamo proposti e continueremo anche per il futuro, attraverso il lavoro delle nostre commissioni da poco insediate, a sviluppare nuovi progetti formativi anche in sinergia con le nostre istituzioni, a collaborare e a sorvegliare sui nuovi progetti nazionali e regionali di riorganizzazione degli ospedali e del territorio nell’ottica di poter garantire al cittadino quella continuità delle cure che è alla base della cura della cronicità; continueremo a garantire la nostra presenza, per quanto di nostra competenza, su tutti i tavoli regionali,anche attraverso la CROMCeO (coordinamento regionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri), ospedalieri e della ASL; stiamo sviluppando il lavoro dell’osservatorio dei giovani che restano sempre al centro della nostra attenzione sostenendo le problematiche legate ai neolaureati e agli specializzandi e al momento del loro inserimento nel mondo del lavoro, senza dimenticare che continueremo a essere presenti in quei progetti di orientamento alla professione indirizzati alle scuole medie superiori; continueremo a sviluppare e a potenziare il nostro sistema di comunicazione  per garantire sempre più qualità e velocità dell’informazione, molto importante nella nostra quotidianità; infine continueremo a garantire il nostro sostegno e la nostra collaborazione, in accordo con la FERSPeV, ai medici in pensione.

Prima di concludere voglio ringraziare ancora tutti i consiglieri per il supporto e la collaborazione che mi garantiscono; i nostri segretari Sig.ra Milvia Andreani, Sig.ra Mariella Vetere e il Rag. Mario Frigerio per l’efficienza, la professionalità che dimostrano tutti i giorni.

Lasciando la parola ai coordinatori delle varie commissioni, Vi ringrazio per l’attenzione e auguro a tutti Voi e alle Vostre famiglie una serena Pasqua.

Gianluigi Spata

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