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Giulia Grillo

Aggressioni, Grillo: medici non diventeranno pubblici ufficiali. Troppe incombenze

Il disegno di legge contro le aggressioni agli operatori sanitari non prevede l’equiparazione dei medici ai pubblici ufficiali poiché si tratterebbe di una «funzione esorbitante», un esercizio ancora più gravoso per i camici bianchi. Lo ha spiegato il ministro della Salute Giulia Grillo rispondendo, durante il Question time alla Camera, all’interrogazione di Michela Rostan di Liberi e Uguali. «Lo specifico quesito di attribuire la qualifica di pubblico ufficiale agli esercenti le professioni sanitarie è stata oggetto di profonde riflessioni che hanno portato ad una conclusione diversa sotto il profilo giuridico, ma parimenti efficace nella sostanza: a fronte dei benefici conseguenti all’attribuzione di tale qualifica, il personale medico e sanitario si sarebbe visto addossare anche un insieme di oneri e incombenze, connessi alla funzione di pubblico ufficiale, non coerenti, o comunque esorbitanti rispetto al proprio ruolo». L’equiparazione era stata avanzata per consentire l’avvio delle indagini automaticamente e non in seguito a denuncia. Il ministro ha quindi detto che per «accrescere la deterrenza si è pensato all’introduzione di una specifica circostanza aggravante a carico di chi commette un reato in danno degli esercenti le professioni sanitarie».

Sul tema va registrato anche un intervento di Anaao Giovani che plaude all’istituzione di un fondo di tre milioni di euro da parte della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo) per finanziare anche le iniziative degli Ordini provinciali mirate ad abbattere e prevenire la violenza contro i medici. I giovani medici del sindacato, considerando il carente quadro legislativo, chiedono quindi che «alla lodevole iniziativa della Fnomceo vengano associati interventi utili a sviluppare i sistemi di sicurezza dei presidi di continuità assistenziale, dei pronto soccorso e delle altre sedi con analoghe condizioni di rischio attraverso l’incremento delle guardie giurate e dei posti di polizia, sistemi di videosorveglianza, potenziamento degli organici e modifiche strutturali dell”edilizia sanitaria. Garantire il lavoro in sicurezza del medico garantisce non solo la sua protezione individuale durante la sua attività lavorativa, ma soprattutto garantisce ai pazienti la continuità dell’erogazione di una prestazione sanitaria di qualità». Anaao Giovani chiede inoltre «l’istituzione di osservatori metropolitani per seguire con puntualità il fenomeno delle aggressioni che appare oggi in pericolosa crescita. Una crescita che senza i dovuti accorgimenti diventerà inarrestabile e porrà in essere tutte le iniziative necessarie affinché il problema possa esser posto tra le priorità dell”agenda di governo».
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