DocGiovani – Ordine dei Medici e Odontoiatri di Como http://omceoco.it Just another WordPress site Wed, 17 Feb 2021 08:11:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.16 Procedura semplificata di iscrizione all’Albo dei Medici con laurea abilitante (art.102 del decreto legge 17 marzo 2020-n.18) http://omceoco.it/procedura-semplificata-di-iscrizione-allalbo-dei-medici-con-laurea-abilitante/ Wed, 18 Mar 2020 15:08:56 +0000 http://omceoco.it/?p=4060 A seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 70 del 17/03/2020 del Decreto Legge 17 marzo 2020-n.18 recante “Misure di potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale e di sostegno economico per le famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” si riporta di seguito modulo per la presentazione della domanda di iscrizione all’Albo dei Medici Chirurghi per i sanitari interessati dal provvedimento.

Domanda di iscrizione >>>

 

 

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Bando per la Medicina Generale, Anelli (FNOMCeO): “Pubblicazione nei termini obbligo di legge, se le Regioni non in grado di rispettarlo il Ministro nomini un Commissario ad acta” http://omceoco.it/bando-per-la-medicina-generale-anelli-fnomceo-pubblicazione-nei-termini-obbligo-di-legge-se-le-regioni-non-in-grado-di-rispettarlo-il-ministro-nomini-un-commissario-ad-acta/ Tue, 16 Jul 2019 07:38:01 +0000 http://omceoco.it/?p=3607

“La risposta delle Regioni, che ammettono che il bando per la formazione in Medicina Generale non viene emanato per ‘il rischio di contenziosi’ dovuti ad alcuni aspetti poco chiari del Decreto Calabria e del Decreto Semplificazione non ci convince. Anzi, di una cosa ci convince: ci rende sempre più certi del fatto che si voglia strumentalmente ritardare il bando”.
Non si capacita il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), Filippo Anelli, della risposta giunta nella serata di ieri dalla Commissione Salute delle Regioni, che giustifica il ritardo nella pubblicazione, denunciato sia dallo stesso Anelli sia dal presidente della Federazione italiana medici di medicina generale (FIMMG) Silvestro Scotti, con una ‘motivazione di natura tecnica’ e con il non voler esporre le Regioni, appunto, ‘al rischio di contenziosi’. Il pericolo è che lo slittamento del bando renda impossibile iniziare il corso nei termini di Legge e cioè a novembre. Se il ritardo fosse irrecuperabile, bisognerebbe dunque attendere novembre del 2020.

“Se così sarà, il rischio che i responsabili corrono va ben oltre quello di un contenzioso e consiste nell’avere sulla coscienza: il furto del futuro nei confronti di duemila medici che, non potendo accedere  al corso, dovranno attendere un altro anno per formarsi; la mancata assistenza di tre milioni di cittadini che, quando i loro medici andranno in pensione, non troveranno questi duemila professionisti pronti a sostituirli; l’assassinio del Servizio sanitario nazionale, non in grado di reggere senza medici” continua Anelli.

“Il paradosso è che, nell’attesa di capire come meglio applicare una legge appena entrata in vigore, si dimentica di rispettare la normativa esistente da vent’anni anni, la Legge 368/99 – spiega –. E le normative non sono in contrasto: i soprannumerari, che si iscrivono senza borsa, ci sono sempre stati ma mai ciò ha provocato ritardi”.
“Ricordiamo che tutti, anche i Governatori, anche il Presidente della Conferenza delle Regioni, sono tenuti a osservare la Legge – evidenzia –. Se ciò non è, per qualche ragione, possibile, riteniamo che debbano essere sollevati dalle loro funzioni, che evidentemente non sono in grado di svolgere”.
“Ci appelliamo dunque al Ministro Grillo: ristabilisca l’Ordine, riappropriandosi delle funzioni che, attraverso il suo Ministero, competono allo Stato – conclude –. Nomini un commissario ad acta, con l’obiettivo specifico di definire i posti spettanti a ciascuna Regione, sulla base delle richieste già pronte da febbraio, e pubblicare, nei termini, il bando”

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Chirurgia, i giovani non la scelgono più. Ecco il punto della situazione http://omceoco.it/chirurgia-i-giovani-non-la-scelgono-piu-ecco-il-punto-della-situazione/ Tue, 11 Jun 2019 11:40:36 +0000 http://omceoco.it/?p=3546 Il 60% dei medici considera inadeguato il concorso nazionale a selezionare in modo meritocratico l’accesso alle scuole di specializzazione. Più dell’85% dei casi, un chirurgo appena specializzato non si sente in grado di effettuare un intervento senza una supervisione. Oltre il 90% degli specializzandi ritiene necessario far entrare gli ospedali nel sistema formativo delle scuole di specializzazione in chirurgia generale. Sono alcuni dei dati rivelati da un sondaggio commissionato e somministrato ai propri iscritti dalla Acoi, l’Associazione chirurghi ospedalieri italiani che a Matera, è a Congresso fino a mercoledì prossimo e celebra il suo 38esimo congresso nazionale. Il campione si compone di specializzandi (qualche centinaio) prevalentemente del Nord Italia che con le loro risposte hanno delineato un quadro preoccupante del sistema formativo in Chirurgia a causa dei gap esistenti in termini di controllo durante le prove tra le diverse Università, di test complicati e in alcuni casi poco pertinenti alla materia a cui si associano curricula poco valorizzati e dubbie modalità di scorrimento delle graduatorie. Il 60% definisce la formazione ospedaliera migliore rispetto a quella universitaria. «Il dato inquietante che è un allarme reale che io avevo preannunciato circa quattro anni fa ma ahimè non sono stato molto tenuto in considerazione, è che i giovani non scelgono più di fare il chirurgo», spiega Pierluigi Marini, presidente dell’Acoi.

«Fra le cause spiega – al primo posto c’è la totale insoddisfazione nei percorsi formativi post laurea e nei percorsi di specializzazione che dovrebbero prepararli ad entrare nel mondo del lavoro». L’indagine rivela anche che chi ora studia per specializzarsi nell’uso di bisturi e punti di sutura non consiglierebbe ad altri medici lo stesso percorso e ad avallare la tesi anche chi chirurgo lo è già. Solo il 25% dei medici ha risposto di aver deciso di intraprendere la specializzazione chirurgica prima di iscriversi alla facoltà di Medicina, quasi il 60% durante il percorso universitario, mentre poco più del 5% subito dopo la laurea: per molti è stata una seconda scelta. Sono poche le opportunità di lavoro in corsia.

«Quest’anno su 17000 neo laureati solo in 90 hanno fatto come prima scelta la chirurgia è questo vuol dire che la chirurgia sta morendo. I meno giovani vogliono uscire dal sistema e non vanno sereni in sala operatoria. Quindi presto avremo grandi difficoltà, anche in regioni importanti, dovremmo importare i chirurghi», evidenzia Marini e continua evidenziando che «la ricetta non è impiegare nei nostri reparti né medici militari, che sono bravissimi ma fanno un altro lavoro, né richiamare colleghi che stanno in pensione ma fare una buona formazione».

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Università, Grillo: in arrivo circolare su post laurea medicina http://omceoco.it/universita-grillo-in-arrivo-circolare-su-post-laurea-medicina/ Tue, 11 Jun 2019 11:10:45 +0000 http://omceoco.it/?p=3549 «Io e il ministro Bussetti riteniamo positivo l’esito dell’incontro. In particolare, abbiamo trovato un’intesa su 3 dei punti presentati dalla Conferenza Permanente delle Facoltà e delle Scuole di Medicina e Chirurgia (Crui)», che «verranno esplicitati in una circolare su cui inizieremo da domani a lavorare». Così il ministro della Salute Giulia Grillo, al termine dell’incontro tenutosi al Miur con i rappresentanti del mondo universitario, per fare il punto su alcuni nodi del dl Calabria relativi alla formazione post laurea in Medicina. Il decreto, ora in seconda lettura al Senato, per fronteggiare alla carenza dei medici, prevede la possibilità di far accedere gli specializzandi in Medicina ai concorsi per la Sanità pubblica. I punti su cui si è raggiunto un accordo, sono, ha precisato il ministro, «che le strutture presso le quali potrà lavorare lo specializzando che accederà al concorso saranno tutte strutture indicate nella rete formativa; il secondo punto è che il progetto formativo resterà sempre sotto l’egida del Consiglio della Scuola di Specializzazione. Infine, che il contratto annuale presso le strutture sia computato all’interno del periodo complessivo di 18 mesi di formazione da svolgersi nelle strutture esterne alla scuola. Tali punti verranno esplicitati in una circolare alla quali da domani inizieremo a lavorare da domani insieme al Miur, al Crui, alla Cun». «I punti politici su cui rimane una divergenza, ma mi faccio promotrice di incontri con Regioni e sindacati, – ha concluso – sono quelli della possibilità di accedere ai concorsi anche nel penultimo anno e il tempo parziale. Su questo punto rimane una divergenza che vedremo di affrontare successivamente».

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Dl Calabria riapre ad assunzione a termine di specializzandi. Ecco le novità per i medici http://omceoco.it/dl-calabria-riapre-ad-assunzione-a-termine-di-specializzandi-ecco-le-novita-per-i-medici/ Fri, 31 May 2019 06:31:47 +0000 http://omceoco.it/?p=3528 A un concorso per posti nell’emergenza urgenza da distribuire nelle varie strutture regionali si sono presentati in Veneto solo 3 candidati per 80 posti. Il governatore veneto Luca Zaia l’ha definita la vera tragedia in Italia. Alla Camera si prova a rimediare in fase di conversione del decreto legge Calabria, di cui da qualche giorno si discute in plenaria, dove rientra la norma che prevedeva l’assunzione a tempo determinato di medici in attesa di specializzazione ove assenti altri camici titolati. Un emendamento del Movimento 5 Stelle a prima firma della deputata Rosa Menga rivede i commi 547 e 548 della Finanziaria. Un ulteriore emendamento M5S a prima firma della deputata Marialucia Lorefice consente invece ad Asl e ospedali di appoggiarsi a medici pensionati sotto i 70 anni. Sia l’assunzione dei giovani sia il conferimento di incarichi a pensionati sono possibili solo se i fabbisogni di personale sono stati correttamente programmati, se non c’è altro modo di organizzare o di far lavorare di più i dipendenti (entro le regole europee), se non ci sono graduatorie cui attingere o chi c’è ha rifiutato l’incarico e se sono stati indetti concorsi per assumere personale e sono andati deserti. Vediamo cosa cambierebbe se la Camera approvasse questi emendamenti comunque di un partito di maggioranza.

I giovani– Il comma 547 della Finanziaria 2019 operativa da quest’anno già ammette i medici specializzandi iscritti all’ultimo anno ai concorsi per l’accesso alla dirigenza del ruolo sanitario nella disciplina bandita e li pone, se superano la prova, in una graduatoria separata da cui si pesca per assumerli una volta che saranno specialisti. Ora questa norma si perfeziona: fermo restando che l’assunzione a tempo indeterminato di medici e veterinari è subordinata al conseguimento del titolo di specializzazione, si consente ad Asl e ospedali, nei limiti di spesa per il personale, di assumere a tempo determinato e part-time, fino al 31 dicembre 2022, medici specializzandi collocati nella graduatoria di cui al comma 547 con qualifica dirigenziale al trattamento del contratto vigente: svolgeranno attività coerenti con i livelli di competenze e autonomia raggiunti, certificate sia dalla scuola di specializzazione universitaria sia dai dirigenti responsabili dei reparti ove lo specializzando ha svolto le attività professionalizzanti. L’accantonamento della norma nei giorni scorsi aveva provocato le critiche di sindacati come Anaao Assomed. Gli specializzandi con contratto ospedalieri non potranno fare cumulo con la borsa. Il contratto finisce con la fine del corso; l’interruzione definitiva del corso comporta la risoluzione automatica del contratto; una volta specialisti, i medici saranno assunti a tempo indeterminato con contratto dirigenza.

Gli anziani– L’emendamento Lorefice-D’Arrando prevede all’articolo 11 (Disposizioni su personale Ssn) un comma 5 ter secondo cui Asl e ospedali, se non riescono con i medici dipendenti disponibili a far fronte all’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, quest’anno e il prossimo possono conferire – nei limiti di spesa per il personale – incarichi individuali con contratto di lavoro autonomo a medici pensionati, già lavoratori privati o pubblici che non abbiano superato il 70° anno di età. I contratti durano non oltre 2 anni e non sono rinnovabili, serve prima una selezione e il professionista deve comunque essere in possesso dei requisiti per l’accesso alla dirigenza medica. Il contratto sarà risolto anche prima della scadenza ove l’Asl o l’ente sia in grado di assumere, per lo svolgimento della stessa attività, personale con contratto di lavoro subordinato.

Veterinari e comparto– L’ emendamento a prima firma Rosa Menga prevede che oltre ai medici in formazione specialistica siano ammessi ai concorsi di accesso alla dirigenza i veterinari iscritti all’ultimo anno e, se il corso è quinquennale, al penultimo anno. Inoltre, per il personale del comparto è estesa al 31 dicembre 2019 la chance di essere assunti a tempo indeterminato come personale non dirigenziale se si sono maturati alle dipendenze Asl, al 31 dicembre 2017, almeno 3 anni di servizio negli ultimi 8 anni.

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Carenza medici, Foad Aodi: entro il 2025 occorrono 60mila specialisti, urge investire sui giovani laureati italiani e stabilizzare i medici di origine straniera già residenti in Italia http://omceoco.it/carenza-medici-foad-aodi-entro-il-2025-occorrono-60mila-specialisti-urge-investire-sui-giovani-laureati-italiani-e-stabilizzare-i-medici-di-origine-straniera-gia-residenti-in-italia/ Tue, 09 Apr 2019 06:28:11 +0000 http://omceoco.it/?p=3439

Intervista a Foad Aodi, Fondatore e presidente Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia) e U.M.E.M. (Unione Medica Euro-Mediterranea) Consigliere OMCeO Roma coordinatore area rapporti con i comuni e Affari Esteri e Area riabilitazione dell’OMCeO di Roma.

Sarà il 2025 l’anno nero per il Servizio Sanitario Nazionale: in quella data, infatti, la cosiddetta ‘gobba pensionistica’ toccherà il suo apice e, se non arriveranno nuovi specialisti a sostituirli, il Servizio sanitario nazionale rimarrà senza chirurghi, anestesisti, ortopedici, ginecologi, medici di famiglia. Ben 60mila professionisti, tra specialisti impegnati negli ospedali e nelle strutture private e medici di medicina generale, mancheranno all’appello, secondo un’indagine recentemente effettuata dall’Associazione medici di origine straniera in Italia. Eppure i medici, nel nostro paese, ci sono: sono più di diecimila i giovani laureati e poi imprigionati nell’imbuto formativo, perché non vengono finanziate sufficienti borse per specializzarli. E, senza correttivi, diventeranno 19mila già nel 2021, quando si laureeranno gli studenti immatricolati in sovrannumero per ricorso al Tar. A loro si aggiungono i 19mila medici, per lo più specialisti, di origine straniera, che lavorano con contratti a termine e, in mancanza della cittadinanza, non possono accedere ai concorsi. Su questi ultimi siamo andati oggi ad accendere i riflettori, intervistando Foad Aodi, Fondatore e presidente dell’Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia) e U.M.E.M. (Unione Medica Euro-Mediterranea), Consigliere dell’OMCeO di Roma e coordinatore area rapporti con i comuni e Affari Esteri e Area riabilitazione dell’OMCeO di Roma. Un argomento, questo, all’attenzione delle Istituzioni: si parlerà, infatti, anche della carenza di medici e delle possibili soluzioni al Tavolo tecnico, di prossima istituzione presso il Ministero della Salute, su ‘Sanità e immigrazione’, che coinvolgerà, oltre al Ministero, l’Amsi e la FNOMCeO.

Foad Aodi, perché un tavolo su ‘Sanità e immigrazione’?
Il tavolo nasce per trovare soluzioni condivise su tematiche che riguardano la salute di tutti i cittadini, quali l’accesso alla circoncisione preventiva presso gli ambulatori di chirurgia, previo pagamento di un ticket, l’aggiornamento sulle tematiche relative all’immigrazione e, appunto, la carenza di medici specialisti e di medicina generale.  Ringrazio il ministro Grillo e il sottosegretario Bartolazzi per la sensibilità dimostrata, non solo in questa occasione. Un grazie anche al viceministro agli Esteri, Emanuela Del Re, e al presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che stanno supportando questo nostro impegno in un “gioco di squadra” che consentirà certamente di arrivare presto a una soluzione condivisa per tutelare il diritto alla salute dei più indifesi di noi, come i bambini, e quello di tutti i cittadini.

Quanti sono i medici di origine straniera che lavorano in Europa?
Sono 500mila i medici di origine straniera in Europa, di cui 400mila fissi sul territorio e 100mila ‘mobili’. C’è infatti, da parte di questi medici, una maggiore disponibilità a trasferirsi sul territorio italiano ed europeo. In Italia ci sono 80mila professionisti della sanità di origine straniera, di cui 19mila medici. Di questi solo alcuni hanno la cittadinanza italiana o di un paese comunitario. L’85% lavora nel privato, in mancanza di cittadinanza non possono infatti accedere ai concorsi pubblici. Lavorano come guardie mediche, medici di famiglia, oppure in cliniche private, laboratori di analisi.

Qual è la loro storia? Come sono arrivati in Italia?
Ci sono state tre fasi che hanno caratterizzato l’immigrazione degli operatori sanitari stranieri verso l’Italia: Dagli anni 60 sino alla caduta del muro di Berlino, gli stranieri arrivavano come studenti, principalmente dai Paesi arabi e Israele, e rimanevano poi a esercitare in Italia; dopo la caduta del Muro di Berlino (1989), cominciò l’ondata dei medici già laureati provenienti dai Paesi dell’Est. Oggi ad arrivare da noi sono soprattutto medici laureati e specializzati provenienti da Paesi arabi, Egitto Siria.  Nella seconda e terza fase si tratta di medici già formati che chiedono il riconoscimento dei titoli.

E quanto tempo ci vuole?
Le procedure in Italia sono abbastanza lunghe, portano via in media un anno e mezzo – due anni. Per questo, come Amsi, chiediamo che l’iter sia velocizzato il più possibile, in maniera da far subito lavorare questi medici.

Ma cosa accade quando finalmente ottengono il riconoscimento?
Che iniziano a lavorare, in genere con contratti a termine. E poi, quando le strutture bandiscono un concorso, vengono congedati perché per partecipare, oltre ai titoli, occorre il requisito della cittadinanza, che per la maggior parte non hanno.

Cosa chiedete, dunque?
Che questi medici, dopo aver lavorato per un periodo, diciamo per cinque anni, nelle strutture italiane, possano essere ammessi ai concorsi con riserva, e con un termine per ottenere, dopo aver superato il concorso, la cittadinanza.

Molti quindi preferiranno rivolgersi alle strutture private…
Anche qui non va meglio: vengono proposti contratti a termine, a volte capestro, tanto che in molti si rivolgono poi all’Ordine perché non vengono neppure pagati.

Voi, come Amsi fate da collettore per le offerte di lavoro: ricevete molte richieste?
Dall’inizio del 2018 ad oggi ci è arrivata una richiesta di più di mille medici, soprattutto anestesisti, ortopedici, medici dell’emergenza-urgenza, neonatologi, pediatri, cardiologi e chirurghi generali, e principalmente da strutture del Nord Italia, in Piemonte Veneto e Lombardia, ma anche in Puglia e Lazio. Non sempre però sono proposte interessanti, trattandosi di contratti a termine anche di pochi mesi. È vero che i medici stranieri sono più disponibili a trasferirsi ma capirà che cambiare vita, città, amici per cinque-sei mesi e senza alcuna prospettiva di costruirsi un futuro non è un’ipotesi allettante.

Cosa bisognerebbe fare, dunque?
Incentivare questi medici a spostarsi, offrendo contratti migliori per condizioni e a più lungo termine, almeno cinque anni, e rinnovabili. Questo aiuterebbe anche a mantenere in Italia questi medici. Il paradosso, infatti, è che anche i medici stranieri arrivati negli anni scorsi in Italia, oggi cominciano ad abbandonarla: registriamo un aumento del 20% dei medici intenzionati a tornare a casa. Mentre è aumentata addirittura del 35% la percentuale di quelli che preferiscono, in ogni caso, esercitare in un paese diverso dall’Italia.

Non è una buona cosa, vista la più volte paventata carenza di medici nel nostro paese…
In realtà in Italia i medici non mancano: abbiamo diecimila giovani laureati che non riescono a specializzarsi. A mancare sono gli specialisti e i medici di famiglia: da una nostra indagine, effettuata sommando le proiezioni di varie statistiche di medici ospedalieri medici di medicina generale e pediatri, medici di emergenza pronto soccorso e guarda medica in oltre i dati nostri relativi alle strutture private pensiamo che, nel 2025, mancheranno all’appello 60mila tra specialisti e medici di medicina generale. Per allora, dovremo essere pronti con altrettanti medici opportunamente formate da immettere nel sistema.

Ma la carenza di specialisti è un problema solo italiano?
No: abbiamo dati preoccupanti sulla carenza di medici a livello mondiale, in particolare in Europa e in Sud America. Ci arrivano richieste dall’Arabia Saudita con stipendi molto elevati (pagano 14000 euro al mese) per specialisti di alta specializzazione, dal Qatar, e poi dal Regno unito, Inghilterra, Scozia.  Le richieste hanno come minimo comun denominatore uno stipendio molto alto e l’offerta di agevolazioni, benefit, incentivi molto attraenti. Nei Paesi Arabi ci sono politiche ad hoc per far tornare i medici in patria.

Come risolvere dunque la carenza di specialisti?
Innanzitutto con una corretta programmazione, formando un numero adeguato di specialisti nelle specialità per le quali sarà più grave la carenza. Per prima cosa, dunque, dobbiamo specializzare i medici che escono dalle nostre università: ci associamo all’appello della FNOMCeO per avere già da quest’anno almeno diecimila borse, in modo da formare gran parte dei medici oggi prigionieri dell’imbuto formativo.  In secondo luogo, velocizzando il riconoscimento dei titoli per i medici stranieri già specializzati che vogliono lavorare in Italia.  Poi, migliorando le condizioni contrattuali, in maniera da far rimanere in Italia i medici, italiani e stranieri, che già lavorano sul territorio, e da far tornare coloro che sono emigrati all’estero. Infine, permettendo l’accesso ai concorsi anche ai medici stranieri che già lavorano da tempo in Italia, a condizione che, una volta superato il concorso, ottengano la cittadinanza.

 

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40 nuovi medici festeggiati dall’Ordine. Al via Como in Salute http://omceoco.it/40-nuovi-medici-festeggiati-dallordine-al-via-como-in-salute/ Tue, 26 Mar 2019 10:51:40 +0000 http://omceoco.it/?p=3431 In occasione dell’assemblea annuale dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Como – che si è svolta ieri sera 25 marzo presso la sede di Cometa – 40 giovani neo-abilitati e neo iscritti all’Ordine dei Medici di Como hanno partecipato alla cerimonia del Giuramento Professionale. Alla cerimonia era presente anche il Sindaco di Como Mario Landriscina che ha portato un saluto da parte della città.

Prende il via la seconda edizione di Como “in Salute”, la rassegna di incontri di informazione sanitaria rivolti alla popolazione comasca, organizzati dall’Ordine dei Medici  Chirurghi e Odontoiatri di Como e dal Comune di Como, in chiave divulgativa e inerenti il benessere, gli stili di vita e le più frequenti problematiche relative alla salute.

Il primo incontro, “Le cadute e i traumi”, si terrà mercoledì 27 marzo alle 17 presso la Biblioteca comunale di Como. Interverranno dr. Silvio Bellocchi (neurochirurgo), dr. Simone Sangiorgi (neurochirurgo), dr. Vincenzo Zottola (ortopedico), dr.ssa Albina Foti, (ortopedico) e dr. Franco Molteni (fisiatra). Modera dr. Gianluigi Spata (medico di famiglia).

 

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Anelli (Fnomceo) ai giovani medici : “15000 in imbuto formativo, non deve accadere mai più”. Il 27 marzo incontro a Roma con i giovani nell’ambito degli Stati Generali http://omceoco.it/anelli-fnomceo-ai-giovani-medici-15000-in-imbuto-formativo-non-deve-accadere-mai-piu-il-27-marzo-incontro-a-roma-con-i-giovani-nellambito-degli-stati-generali/ Fri, 08 Mar 2019 07:30:49 +0000 http://omceoco.it/?p=3374 “Esprimiamo la nostra solidarietà ai 15 mila medici intrappolati nell’imbuto formativo: laureati, abitati, e poi costretti ad attendere, anche per anni, un posto nelle scuole di specializzazione o al Corso per la Medicina Generale, prigionieri in un limbo fatto di inoccupazione, sottoccupazione, disoccupazione. A questi 15 mila colleghi, ognuno con la sua storia, vorrei dire: non siete da soli. La Fnomceo sta lavorando per mostrare alla Politica queste distorsioni, e per darvi risposte. Nessuno può voltarsi dall’altra parte: l’imbuto formativo deve essere relegato nelle pagine più nere del passato, non deve mai più essere una realtà. L’obiettivo è uno: arrivare a garantire a ogni medico che si laurea la possibilità di specializzarsi”.
Così il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, torna a parlare di formazione. Lo fa, a Bari, di fronte ai colleghi del Segretariato italiano Giovani Medici (Sigm), riuniti nella loro terza Conferenza nazionale, e il giorno dopo l’allarme lanciato tramite l’agenzia Ansa da Anaao-Assomed, secondo le cui stime ci sarà, nei prossimi tre anni, un’emorragia dal Servizio Sanitario Nazionale di 23000 specialisti.
“Comprendiamo la frustrazione di questi 15000 colleghi relegati nel limbo per colpa di politiche miopi dello Stato, che non ha voluto investire su di loro, ma è stato pronto a ingaggiarne una parte con contratti atipici e senza tutele, per tamponare a basso costo la carenza di personale – continua Anelli -. Ora è a quello stesso Stato che ci rivolgiamo, certi di trovare ascoltatori più attenti, per dire che non è più il tempo di misure tampone, sulla pelle dei medici e dei cittadini. Occorre una riforma seria della formazione, che parta da una corretta programmazione, che assorba, seguendo le regole, questi colleghi all’interno del SSN, e che garantisca, nel lungo periodo, a ogni nuovo medico una borsa per la formazione post lauream”.
“Come? Mantenendo il numero programmato per l’accesso a Medicina, conservando per i prossimi dieci anni le 2000 borse per il Corso di formazione specifica in Medicina Generale, e raddoppiando i posti per le Scuole di specializzazione – spiega Anelli -. Altre misure possono sembrare più semplici e immediate ma non sarebbero risolutive né efficaci”.
“Oggi, a Bari, ho fatto a questi giovani colleghi una promessa che intendo mantenere: mai più imbuto formativo! – conclude -. E, insieme al vice coordinatore dell’Osservatorio giovani professionisti Fnomceo, Alessandro Conte, abbiamo annunciato, per il 27 marzo a Roma, nell’ambito del percorso per gli Stati Generali, una giornata di ascolto riservata in maniera straordinaria ai giovani, che sarà seguita, in autunno, da un secondo incontro. Perché non ci può essere rivoluzione che non parta dai giovani e non tenga conto delle loro istanze e dei loro diritti”.

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FNOMCeO alla Camera, Leoni: “Numero chiuso alla facoltà di Medicina è una necessità” http://omceoco.it/fnomceo-alla-camera-leoni-numero-chiuso-alla-facolta-di-medicina-e-una-necessita/ Tue, 12 Feb 2019 07:54:59 +0000 http://omceoco.it/?p=3246 “Il numero chiuso alla facoltà di medicina e una necessità.” Lo ha ribadito Giovanni Leoni, vicepresidente della FNOMCeO, oggi in audizione in Commissione cultura della Camera e, poco dopo, anche ai microfoni di Radio 24. “Sorgerebbe la necessità di ampliamento dismisura di aule e docenti – che non ci sono – per accogliere improvvisamente migliaia di studenti; che poi non avranno poi uno sbocco adeguato, perché l’offerta formativa non lo permette” ha affermato Leoni. “Senz’altro la Federazione è contraria al test di ammissione così come è stato costruito in questo periodo, basato su una serie di domande di cultura generale che ben poco hanno a che vedere quello che è la pratica del futuro medico.”

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Concorso per l’accesso al corso di formazione specifica in medicina generale – triennio 2018/2021 http://omceoco.it/concorso-per-laccesso-al-corso-di-formazione-specifica-in-medicina-generale-triennio-2018-2021/ Thu, 29 Nov 2018 10:04:26 +0000 http://omceoco.it/?p=3143 E’ stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – Serie Avvisi e Concorsi n. 47 di Mercoledì 21 Novembre 2018 il comunicato regionale 15/11/2018-n.153 contenente l’elenco dei candidati ammessi e dei candidati che hanno annullato la propria domanda al concorso per l’accesso al Corso triennale di formazione specifica in medicina generale – triennio 2018/2021.

La prova concorsuale si svolgerà lunedì 17 dicembre 2018 presso Fiera Milano City, Padiglione 3, Ingresso da Viale Scarampo e la convocazione dei candidati ammessi è fissata alle ore 8,00.

 

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